05/01/11

Inowe Yasushi, IL FUCILE DA CACCIA


[Dance of life? (Yogie temple, Seoul 2010). Foto di Marzia Poerio]


Inowe Yasushi, IL FUCILE DA CACCIA. Prima edizione giapponese 1949. Traduzione di Giorgio Amitrano. Milano, Adelphi, 2004.

Questo racconto di Inowe Yasushi (1901-1991) rispecchia tanto una tipicità delle reticenze, dei riferimenti di correlativo oggettivo alla natura, introspezione e sinteticità riscontrabili anche in altre storie nipponiche, mentre si orienta sulla modernità dei rapporti umani con comportamenti ansiosi e di crisi degli istituti familiari.

La narrazione, in prima persona, è a incastro di varie cornici: quella del narratore in prima persona, che scrive una poesia su un uomo visto di spalle in un bosco con un fucile da caccia nella neve e che, alla pubblicazione della poesia si riconosce e scrive all'autore, inviandogli un breve resoconto della sua vita e soprattutto tre lettere decisive che, come ulteriori cornici e al contempo stadi dell'affabulazione vera e propria, il lettore segue insieme allo scrittore. Si tratta di un congegno narrativo raffinato e complesso, che viene però espresso con gradualità misurata, per cui gli avvenimenti di cui si viene a conoscenza e i segreti biografici che essi celano sono resi con linearità e chiarezza oltre che con un appello alla curiosità a ogni pagina di saperne di più, dato che l'analisi psicologica si approfondisce di continuo, e alla partecipazione umana che il progetto di composizione pare proporsi di suscitare in chi si accosta questo testo.

Gli eventi delimitano una serie di tradimenti coniugali in funzione dei quali i protagonisti sono colti nel samsara caotico dell'esistenza e in un succedersi freudiano di sensi di colpa che conducono a rancori sordi espressi con vendette indirette e comportamenti non convenzionali fino a un suicidio, alla scoperta dal parte di Shoho, la figlia di Saiko, che la madre uccisasi era l'amante del personaggio principale, Misugi, un uomo d'affari ora ritiratosi dalla vita attiva per fallimento, e alla rivelazione, tramite le lettere, che il tradimento era noto a Midori, la moglie di Misugi, consapevolezza tenuta segreta per tredici anni e rivelata da Midori a Saiko con una sola frase, scatenando così la vergogna dell'amante e la tragedia.

Una storia tragica e umana, asciutta e complessa, semplice e difficile.


[Roberto Bertoni]