07/12/10

Lieh-tzu, IL VERO LIBRO DELLA SUBLIME VIRTÙ, DEL CAVO E DEL VUOTO




[That symbol of harmony was written there. Foto di Marzia Poerio]


Lieh-tzu, IL VERO LIBRO DELLA SUBLIME VIRTÙ, DEL CAVO E DEL VUOTO. Edizione italiana a cura di F. Tomassini, Torino, Utet, 1977 (Tea 1988)

Scritto probabilmente tra il quinto e il quarto secolo a.C. Cito solo qualche frase, mi sembrerebbe di turbare la complessità e chiarezza del testo inserendo un commento.

- "Chi nel suo interno ha le cose facili non le trova difficili all'esterno" [IV, 56, p. 63].

- "A chi nulla trattiene in sé, la ragione delle cose appare chiara. Egli si muove come l'acqua, sta quieto come uno specchio, risponde come un'eco. Perciò la sua Via (tao) è di conformarsi alle creature. [...] [Al Tao] si perviene solo nel silenzio e vi perviene solo chi lo perfeziona nella propria natura. Sapere e obliare le passioni, essere capace di non agire, è la vera sapienza e la vera capacità" [IV, 59, pp. 66-67].

- "Tra le secche del Kiang nascono dei minuscoli insetti, chiamati chiao-ming, che volando a nugoli si raccolgono sui peli della ciglia d'una zanzara senza urtarsi: la zanzara nemmeno s'accorge del loro appollaiarsi e del loro andirivieni. Li Chu e Tzu-yu li guardarono in pieno giorno, strofinandosi l'angolo degli occhi e scostando le ciglia, ma non ne videro la forma. Chih Yü e il maestro K'uan li ascoltarono in piena notte, nettandosi le orecchie e chinando il capo, ma non ne udirono il ronzio. Soltanto Huang Ti e Yung Ch'eng-tzu, quando dimorarono sui monti K'ung-tung e parimenti digiunarono per tre mesi, a cuore morto e forma inerte, con la visione dello spirito li videro subito massicci come le coste del monte Sung, con l'ascolto dell'energia vitale li udirono subito assordanti come il rombo d'un tuono" [V, 60, pp. 71-72].

- "L'equilibrio, che è il supremo principio del mondo, è tale anche nei riguardi delle cose e delle creature. A capello equilibrato cose appese equilibrate: leggere o pesanti che siano, se il capello si spezza è perché non erano in equilibrio. Quando v'è equilibrio ciò che si spezzava non si spezza. Gli uomini credono che non sia così, ma vi sono alcuni che sanno che ciò è vero" [V, 67, p. 78].

- "Se le parole sono belle l'eco è bella, se le parole sono brutte l'eco è brutta; se la persona è alta l'ombra è lunga, se la persona è bassa l'ombra è corta. Ecco quell che è la fama: un'eco. Ecco ciò che è la persona: un'ombra. Perciò si dice: 'Sii cauto nelle tue parole e qualcuno vi farà coro, sii cauto nella tua condotta e qualcuno vi si adeguerà'. Per questo l'uomo santo conosce ciò che entra vedendo ciò che esce, conosce ciò che viene guardando ciò che va. Questo è il principio per cui egli conosce in anticipo. La norma che è in noi trova corrispondenza negli altri. Se gli altri ci amano è perché noi li amiamo, se gli altri ci odiano è perché noi li odiamo. [...] Quando la norma e la corrispondenza sono chiare ma non si conformano al Tao, è come uscire senza passare per la porta e camminare senza seguire il sentiero. [...] Non s'è mai dato che il sopravvivere o il perire, la rovina o la prosperità non passino per questa Via. [...] Chieh e Chou dettero importanza grande all'interesse e scarsa alla Via e in tal modo perirono. [...] L'uomo senza giustizia non fa altro che mangiare [pensare al proprio interesse esclusivo]. Per mangiare si scorna con gli altri e chi vince detta legge [...], vuole che gli altri lo rispettino e non può ottenerlo. Quando gli altri non lo rispettano, gli arrivano pericoli e umiliazioni" [VIII, 106, pp. 124-25].

- "Quando entro [nella cascata impetuosa che è la vita] comincio con l'essere leale e sincero [...]. Quando esco continuo ad essere leale e sincero. Con lealtà e sincerità abbandono il mio corpo alle onde e alla corrente e non oso avere una volontà mia propria: in tal modo sono capace di entrarvi e poi di uscirne. [...] Se con la lealtà e la sincerità si può trovare davvero un'affinità persino con l'acqua, quanto più con gli uomini?" [VIII, 114, pp. 130-31].

- "Il sommo parlare è evitare di parlare, il sommo fare è il non fare. Chi ha una sapienza superficiale lotta per cose insignificanti" [VIII, 115, p. 131].


[Pagina a cura di Aurelio Devanagari]