07/05/10

Santiago Montobbio, QUATTRO POESIE


["That window was probably more opaque than dark". Foto di Marzia Poerio]


1.

DESDE MI VENTANA OSCURA

La ciudad que nadie ve, y es la más grande,
es en la que trabajan y están condenados
a ser siempre iguales
todos mis nadies.


DALLA MIA FINESTRA OSCURA

La città che nessuno vede, ed è la più grande,
è quella in cui lavorano e sono condannati
a essere sempre uguali
tutti i miei nessuno.



2.

LA TINTA DE ESTE PAPEL ES LA TINTA ÚLTIMA

Porque vivir no basta al hombre, porque la cárcel
injusta de los días hace que se pudra
la pequeña carne de los sueños
o porque no me quedan calles ya que guarden
alguna risa dentro, o algún nombre,
sobre mi mesita de noche tengo preparado
el final cianuro silencioso. Pues sé que el dolor
cabe en un vaso, aunque no cuándo apurarlo;
será, quizá, la semana que viene, de aquí dos días,
o más pronto acaso. Ante cualquier balcón,
desde cualquier minuto. Cuando los ojos
no soporten más sus látigos y tarde sea
cuando adivinéis el modo en que la sombra
es lobo y me devora.
Pero aunque
no haya dicho adiós a nadie, aunque
para todo ahora sea tarde
sí hubiera querido que cuando leyerais esto
ninguno de vosotros fuera necio y pensara
que aún es un poema. Porque esto no es un poema,
esto ni siquiera es un testamento,
yo nada tengo y nada dejo y así
esto quizá no es más que una memoria o un anuncio
de aquello para lo que ya no hay viento.


L’INCHIOSTRO DI QUESTA LETTERA È L’ULTIMO INCHIOSTRO

Perché vivere non basta al’uomo, perché la prigione
ingiusta dei giorni fa sì che marcisca
la piccola carne dei sogni
o perché ormai non mi restano strade che conservino
dentro cualque risata, o qualche nome,
sul mio comodino ho pronto
il cianuro finale silencioso. Perché so che il dolore
sta in un bicchiere, ma non quando berlo;
sarà, forse, la prossima settimana, tra due giorni,
o più presto forse. Davanti a qualsiasi balcone,
in qualsiasi minuto. Quando gli occhi
non sopporteranno più le sue frustate e sarà tardi
quando indovinerete il modo in cui l’ombra
è un lupo che mi divora.
Ma benché
non abbia detto addio a nessuno, benché
per tutto ora sia tardi
se avessi voluto che quando leggerete questo
nessuno di voi fosse stolto e pensasse
che è ancora un poema. Perché questo non è un poema,
questo non è neppure un testamento,
io non ho nulla e nulla lascio e così
questo forse non è che una memoria o un annuncio
di quello per cui ormai non c’è più vento.



3.

PRINCIPIO Y FINAL DE NOVELA

No mata la noche ni el amor tampoco.
Nosotros nos matamos, quizá poco a poco.
(Sobre esta pared rientes nubes son las grasas
si a las derrotas de la vida las comparas).


INIZIO E FINALE DI ROMANZO

Non uccide la notte e neppure l’amore.
Siamo noi che ci uccidiamo, forse poco a poco.
(Su questa parete ridenti nubi sono il grasso
se alle sconfitte della vita lo paragoni).



4.

ÚLTIMA CARTA

Porque no habéis entendido nunca nada,
por vuestro amor y sueño unidos
al continuo teatro de vivir
como todo lo vivo, por no heriros
(pues que hasta el fin, hasta el sin saber os amo)
y por si revolvéis también papeles cuando me haya la vida
o mi tristeza entera consumido estos versos
tienen aún motivo. Son los últimos que escribo, pues
siento el final cerca, la absurda escena
en que recojáis mi cuerpo
sobre la calle herida, entre el dolor
y otras preguntas. Éstos, sí, son los últimos versos.
Los que dicen adiós, aunque el todo siempre un adiós dice;
los que hablan de amor y adiós, de que hasta el fin
os quise: hasta el fin adiós y amor, sobre la calle ahora,
tras esta carta última, padre, madre, amigos rotos,
que hasta el fin la nada sea, y que una soledad persiga.


LETTERA ULTIMA

Perché non avete mai capito nulla,
per il vostro amore e il vostro sogno legati
al continuo teatro di vivere
come tutto ciò che è vivo, per non ferirvi
(poiché fino alla fine, fino a non saperlo vi amo)
se per caso frugate tra le mie carte quando la vita
o la mia piena tristezza mi avrà consumato, questi versi
ancora hanno un motivo. Sono gli ultimi che scrivo,
perché sento la fine vicina, l’assurda scena,
in cui raccoglierete il mio corpo
sulla strada ferita, tra il dolore
e altre domande. Questi, sì, sono gli ultimi versi.
Quelli che dicono addio, benché tutto dica sempre un addio;
quelli che parlano d’amore e di addio, che fino alla fine
vi ho amato: fino alla fine addio o amore, sulla strada ora,
dietro quest’ultima lettera, padre, madre, amici spezzati,
che fino alla fine sia il nulla, e una solitudine perseguiti.


Traduzioni di Giuseppe Bellini