05/05/10

Annalisa Bonomo, PHILIP PULLMAN

Sottotitolo: “FINZIONE ORIGINALE” E “VERITÀ TRADOTTA” IN HIS DARK MATERIALS. Firenze, Atheneum, 2009.

Riguardo la trilogia di Pullman HIS DARK MATERIALS, o NORTHERN LIGHTS come nella titolazione della prima edizione, su “Carte allineate” è stato pubblicato un articolo in margine in quanto si occupava più del film che dei tre romanzi [1]. L'argomento ricompare ora con la recensione del libro di Bonomo.

La trilogia ha, a parere di chi scrive, varie connotazioni che la distinguono dall’indifferenziato di molta fantasy: muove da fonti colte, PARADISE LOST di Milton in particolare, che riadatta alla tarda modernità, modificandolo sostanzialmente tramite l’assunto laico dell’assenza di Dio nella creazione, assegnata piuttosto alla presenza di un angelo demiurgo; ha un’eroina nella prima adolescenza, di nome Lyra, che si prospetta come attuale Alice, ma anche personaggio autonomo e neo-Eva in grado di assumere responsabilità vitali per l’intera umanità, in ciò ponendosi in sintonia con la presenza dotata di ampi livelli di libero arbitrio e presenza decisionale di protagoniste femminili di altre opere ascrivibili a questo genere letterario [2]; presenta tematiche di ordine filosofico, politico, sociale e scientifico, ben incastonate sulla narrazione in modo tale da costituire elementi allegorici più che divagazioni, rispettando intanto la necessità di fiaba e di avventure che dall’epica rifluisce nel fantasy; infine è scritta in un inglese di buon livello che allo stesso tempo si rende leggibile dai più.

Il libro di Bonomo, che si occupa anche della biografia e di altre opere di Pullman, prende le distanze dalla classificazione del fantastico di Todorov, che l’autrice vede come oggi da ritenersi riduttiva, ascrivendo nondimeno i testi che esamina alle dinamiche dell’avventuroso e soprattutto al fantastico, ma nell’ambito di una commistione di reale e irreale e del “carattere meticcio e ormai decisamente postmoderno della fantasia” (p. 20), di “una ripresa e una rivalutazione in termini odierni della dimensione mitica” (p. 22), di una configurazione di simboli intrecciata a riferimenti storico-sociali. Ci sono al contempo assunti fantascientifici; in tal senso inserzioni di cultura popolare che rivelano come oggi si assista “inevitabilmente a una definitiva crisi del concetto di cultura elitaria” (p. 32). Un'altra dimensione è logicamente quella della letteratura per l’infanzia, di cui Bonomo nota la trasformazione recente e l’ascesa di elementi simbolici.

Rispetto ai modelli di HIS DARK MATERIALS, oltre Milton vengono citati autori quali Blake e von Kleist. Si delinea come “un vero e proprio mito per il XXI secolo […] il capovolgimento di ogni tradizionale credo monoteista” (p. 84). Il versante mitico è dato tanto dalla rivisitazione del peccato originale con teorie e fantasie sui mondi paralleli, quanto dal viaggio verso un Nord “di vuoto, di speranza e di morte, metafora di uno spazio interno ed esterno che attende di essere trovato e indirizzato” (p. 103).

Se da un lato, la cosiddetta “polvere”, che crea interferenza negative tra gli universi, rappresenta una spetto della materia, dall’altro gli alter ego animali dei personaggi, denominati daimon, che convivono con loro tutta la vita, rappresentano figurazioni del doppio, dell’inconscio, dell’“angelo custode” (p. 117) e dell’anima. Si tratta di percorsi, in parte junghiani, di “autocoscienza” (p. 123).

Sul terreno sociale, viene messa in rilievo l’“insanità dell’Autorità” (p. 85), rappresentata tanto da alcune posizioni del ceto clerico-politico nei tre romanzi, rappresentato dal Magisterium, quanto e soprattutto della tirannia sul cosmo promossa dal Reggente Metatron. Secondo Bonomo, è riposta nella volontà antidogmatica anziché nella blasfemia la contestazione di valori messa in atto da Pullman. Più che di quello che è stato definito come “ateismo cristiano”, si tratterebbe di un “rinnovato senso di laicità della dimensione spirituale” (p. 86) e di una “repulsione nei confronti di una religione connotata di violenza” (p. 93) e verso la corruzione della “casta clericale” (p. 95).

Tra i personaggi più delineati, oltre Lyra (ragazza che “irrompe in uno spazio che per tradizione è stato spesso maschile”, p. 100), Bonomo individua i suoi genitori, Mrs Coulter e Lord Asriel, amanti in gioventù, ma nemici al tempo in cui si svolge la narrazione, che si alleano alla fine immolandosi per salvare Lyra e proteggere i mondi.

Dedicati alla traduzione gli ultimi capitoli, nell’insieme questo saggio è da apprezzarsi in sé, ma anche per il fatto che sensibilizza il pubblico italiano a un autore notevole quale è Philip Pullman.


NOTE

[1] Philip Pullman e Chris Weitz, THE GOLDEN COMPASS, 18-12-2007.

[2] Cfr., in opere orientate maggiormente sull’intrattenimento, Licia Troisi in Italia, o, nel mondo di lingua inglese, Trudy Canavan.


[Roberto Bertoni]