21/05/10

Babette Factory, 2005 DOPO CRISTO


[Sixty years before the date in the title of that book, an allegory of time. Foto di Marzia Poerio]


Babette Factory, 2005 DOPO CRISTO. Torino, Einaudi, 2005

Il collettivo di scrittura Babette Factory, composto da Nicola Lagioia, Francesco Longo, Francesco Pacifico e Christian Raimo, si propone una poetica di romanzo strutturato, non antinarrativo, e di “impegno sociale” [1].

In 2005 DOPO CRISTO viene narrata una storia a più prospettive. Suddiviso in tre parti, il romanzo si articola per capitoli paralleli, in ciascuno dei quali viene seguita la vicenda di uno dei personaggi principali: Andrea Abate, contestatore e anticonformista; Simone Chiarelli, che quasi per caso, scopertosi omonimo di un rappresentante di Forza Italia, entra a farne parte; Raoul Cabrini, impiegato in un’azienda immobiliare; Giovanni Savona, presentatore televisivo. A questo livello, si tratta di una formulazione a mosaico, se si vuole usare una metafora del passato, ma più propriamente, forse, a finestre coesistenti, per trarre un parallelo col linguaggio dei computer.

L’ambientazione è a Roma e nelle zone circostanti, ma si procede entro una società di impulsi digitali più che di vestigia antiche. Strano come in molte narrative attuali, forse per reazione della scrittura alla modernità troppo invadente già nel quotidiano, forse invece per abitudine fondata sui modelli trascorsi, compaiano poco gli strumenti che ormai vengono utilizzati giorno dopo giorno: l’e-mail, l’sms, il centro commerciale e lo shopping, la pubblicità televisiva; strumenti tutti che compaiono in questo libro di Babette Factory, caratterizzandolo come spaccato storico dell’era del millennio attuale, nonché come quadro generazionale, presupponendo i protagonisti, da varie indicazioni del testo, appartengano alla generazione dei trentenni, con le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro, la disinvoltura dei rapporti umani, la varietà di comportamenti politici nata comunque da una sfiducia nelle istituzioni.

I protagonisti maschili sono anche prototipi di atteggiamenti: fatuo Savona e incarnazione del narcisismo sociale, inteso più a costruire la propria immagine, anche quando si tratti di fare beneficienza, e a circondarsi di ammiratori e soprattutto ammiratrici, che a occuparsi vivamente degli altri; Abate animatore di ideologie situazioniste, attore di orge casalinghe e fautore di gesti pubblici clamorosi; Chiarelli propenso forse suo malgrado al compromesso; Cabrini che si trova al centro di un complotto.

Le partner di questi personaggi hanno qualcosa di più umano e profondo, in particolare la giornalista Ilaria che, coinvoltasi con Abate per fargli un’intervista che lo criticasse e uno scoop, se ne innamora condividendo per fedeltà la sua sorte; Roberta, che se da un lato è la rappresentazione parodica della new age, con pratica di yoga e comportamenti fondati su dinamiche olistiche, nondimeno si mette in una sintonia con Cabrini, infine riuscendo a staccarsi da lui che la tratta come schermo delle proprie problematiche e apparendo in realtà un personaggio piuttosto positivo in quanto mite e capace di distanziarsi dalla follia degli altri.

Il confine della crisi mentale è tanto nella solitudine di chi non riesce a socializzare le proprie passioni negative, quanto nella cecità di chi soccombe alla macchina mediatica.

Le storie narrate sembrano staccate l’una dall’altra per un numero di pagine lungo, raccogliendosi alla fine nei destini di ciascuno quando Cabrini riceve, probabilmente da nemici interni di Forza Italia, l’incarico di eliminare Berlusconi, atto che non porterà a termine in quanto viene perpetrato da altri individui ostili al premier con un incendio che ha luogo in un tunnel. Il Presidente del Consiglio viene dato per morto e si celebrano i funerali, ma è stato salvato in realtà da Chiarelli che lo tiene prigioniero in una grotta, in un impeto di pazzia, si direbbe, riconducendolo infine alla luce, ma rimettendoci di persona a causa di un incidente automobilistico. Frattanto muore Savona, vittima di un furgone che lo investe mentre cerca di salvarsi da una fan quindicenne, che lo perseguita per ricevere autografi, ma in realtà sembra aver pianificato l’incidente, o aver profittato di tale possibilità proprio per ucciderlo, dato che poi la ritroviamo nel letto di Abate, cui si concede sessualmente per ammirazione e a cui rivela di avere ucciso Savona per seguire le istruzioni trasmesse via sms tramite le parole "Chi sarà il prossimo?" nel giorno del dopo omicidio di Berlusconi. Dell’omicidio di Savona viene accusato Cabrini.

Il tutto è piuttosto intricato e combina il noir con la politica, associandosi ad altre opere di fantapolitica su simile argomento come il film IL CAIMANO.

L’ipotesi sottostante è, oltre una società in disgregazione e una generazione sconfitta (si veda la fine dei quattro protagonisti), la parabola discendente di Berlusconi, come se volessero disfarsi di lui anche coloro che lo hanno sostenuto nelle elezioni.


NOTE

[1] Cfr. LIBRO, ROMANZO, CONDIVISIONE: SETTE DOMANDE ALLA BABETTE FACTORY, INTERVISTA A CURA DI L. PAGANO (2-6-2006).


[Roberto Bertoni]