13/09/09

J.P. Dutta, UMRAO JAAN


[Nepalese King and Queen (Nice, Musée des Arts Asiatiques). Foto di Marzia Poerio]


India, 2006. Musica di Anu Malik. Con Shabana Azmi, Abhishek Bachchan, Divya Dutta, Ayesha Jhulka, Bansree Mandhani, Aishwariya Rai, Puru Rajkumar, Sunil Shetty, Himani Shivpuri


Il romanzo in urdu UMRAU JAN ADA (1899), di Mirza Muhammad Hadi Ruswa [1], ha dato luogo a tre versioni per il cinema (un film pakistano del 1972; quello indiano del 1981 e quello qui recensito) e a uno sceneggiato a puntate in tv (2003) [2].

Nel film di Dutta, forse si accentua il ruolo dell’equivoco e del caso, che rendono la protagonista più ancora preda dei pregiudizi sociali e destinata ad una solitudine immeritata.

Seguendo l’intreccio della versione del 2006, rapita nel 1840 per vendetta nei confronti di suo padre, Amiran viene venduta bambina a una casa di cortigiane; impara danza, canto, poesia e le arti della seduzione e divenuta una giovane attraente ed elegante viene notata dal ricco e potente Nawab Sultan, promettendogli fedeltà, impegno mantenuto anche quando l’amante è diseredato, proprio a causa di questa storia d’amore, dal padre; decide pertanto di recarsi da solo lontano per rifarsi una fortuna e tornare di nuovo prospero da Umrao. Viene pronunciata in questa circostanza la frase memorabile che Nawab Sultan dice alla ragazza in lacrime per la sua partenza: “Il tuo destino, adesso, è aspettare; il mio viaggiare”. Come in verità lottare contro tale sorte?

Il fato complica la vicenda quando si innamora di Umrao un altro potente, che riesce a controllare la passione e a non possederla, invitandola nei suoi possedimenti, ove la giovane accetta di andare perché il viaggio passerà dalla città in cui è ora residente il suo amante, ovvero proprio colui che smaschera Faiz Ali in quanto brigante e lo arresta. In un dialogo teso tra i due uomini, il malvivente lascia capire falsamente al Nawab, ma con prove che non parrebbero non lasciare dubbi, che Umrao l’ha tradito, al che la ragazza viene respinta e costretta a tornare alla casa delle cortigiane.

Scoppia frattanto la rivolta di Lucknow del 1857. Fuggendo dalla città in preda alla violenza, Umrao finisce nel villaggio natale, ove infine riconosce la madre e il fratello che, vergognandosi della sua attività, la cacciano.

Nella storia di cornice, divenuta una poetessa raffinata, Umrao narra retrospettivamente la propria storia.

La ricostruzione di ambienti e costumi è sontuosa. Belle le canzoni di Malik, soprattutto SALAAM. Prevale l’accanirsi della sorte avversa? Nondimeno sopravvive un animo candido. Forse migliore nella recitazione che nelle danze pur raffinate la nota Aishwariya Rai.


NOTE

[1] Traduzione inglese di Khushwant Singh e M.A Husain, THE COURTESAN OF LUCKNOW (MIRZA MOHAMMAD HADI RUSWA), New Dehli, Orient Paperbacks, 2008.

[2] Notizie in proposito alle voci pertinenti di WIKIPEDIA.


[Renato Persòli]