TESTI 95-97 DA L'INCHINO DEL PREDONE (2008)
95.
in uno sterpigno di passi si recide
il verso. solatia la vendetta della calce
imprigiona il dove la vedetta della sera
credeva di crepare credendo, vedendo.
festuca di stupore il qui torpore
antico nelle classi. rimane la botola
del cielo con la rovina del viso a dondolo
col sole pessimo. qui la terra è sempre
piena di precoci indizi. ride la sveglia
l’acido delle cinque di mattina.
96.
pugni di zolle aceri di sangue
al paese badato dal messia
dell’erba brada. dove la rondine
è fata di gridi girovaghi. sommesso
l’arcobaleno del balocco in tocco
di maestro musicale. le scale
dell’antro chiedono venia, natali
di fratello. l’orco alle tegole
straccia le travi. festa d’oracolo
trattare con le vacanze delle onde.
97.
la fune l’ho messa in abito
da sera così da invitarmi
in viso. tu la scartoffia del
passero dolente dove la fifa
del dubbio sperde il resto.
io nel muschio che schioda
la croce cedo un papavero
eccellente. eccelle in tutto
il timbro del compagno che
però non sa aprire la cella.
dove t’inchiodi martire di te stesso
si spende il sipario senza recita.
Testi precedenti dal medesimo poemetto di Marina Pizzi sono usciti su "Carte allineate" in data 27-3-2009, 17-04-2009 e 11-5-2009.