TESTI 83-86 DA L'INCHINO DEL PREDONE (2008)
87.
sterpi del piano d’esule
dalla finestra il mare in su senza capire
le lenze degli strazi. trapezio acrobatico
la forca di farsi resistenza. ebbene in bilico
al costosissimi avverbio di dimettersi
sta la cagna ossuta bisunta del suono
di agonia. il gomito d’Ercole non basta
a far più piangere questo forzato
del piano d’elemosina lo schianto. dove
l’acqua congiuri col veleno
questa scuola di lavagna di sinistro.
88.
elimina di me la poca specie
l’anima inesatta che si rampolla
all’angolo del verbo,
il corriere che non serve la consegna.
vagabonda resina d’eclisse
la gara di trasmettere la voce
verso un cielo carico di niente.
in un giorno di noia la fierezza
del bivio. starsene distesi al pianto
il vitello con l’asinello uccisi per
un anello di scienza.
89.
salvacondotto di nuvole il tuo mento
spaccato a metà come un sesso
di soldato accampato. in via la neve
smorza la palude il dio neastro
del pube. bel bebè il chiosco
stazionario della stazione. per amarti
sprecherò un libro senza capirci
niente. teca del bacio la morte
nel credito d’uccello. chiedo venia
alla genia prossima del sangue.
90.
ma in capanne di selci
ci è dato annaspare
spore di ieri senza germoglio.
è mogio il padre che rapì
l’amore, di poi nulla avvenne
nel resto dello stormo. mo’ mi
aggiro per inventarmi un rospo
senza prìncipe senza permesso
di soggiorno. nome canuto il figlio
della scuola oggi scherano assassino.
furto d’inverno il gelo
reso soltanto sasso
nomea del sì lo sposalizio.