27/03/09

Marina Pizzi, "SI MISURI LA NEBBIA" E ALTRI INEDITI


[Two of the Muses? (From the walls of Brussels). Foto di Marzia Poerio]


TESTI 83-86 DA L'INCHINO DEL PREDONE (2008)


83.

si misuri la nebbia con le fiocine dell’urlo
ma il cordame dell’aria non ha perimetri
né fanciulli da tiro per giocare
con le ciurme di muri.
le serre condensano le gocce
nell’unico segnale di fratellanza
tra le cose del soffio e la vicinanza
con l’eremo del fato.


84.

i giunti cerimoniali della notte
scarpe di pozzanghere
spogliarsi il viso.

nella colonia penale del polso
l’appiglio della pietà
nella teca dello sguardo.

tu ramingo battistero di lutto
m’imponi la gola della stirpe
pena lapidaria peso a scantinato.


85.

il museo del dio franco
rende subito felici
nei valichi curvi di metamorfosi
ossesso il piede che non sa lo stop.
a lungo le grandezze della gioia
narrano specchi di risacca
imprimono vestali all’aria in foga.
qui dove il dovere è ebete fogliaccio
si aggira l’avere di farsi penitenza
così come il dolore è quieto alla maniglia.


86.

arbusti del mio addio
starmi accanto busto d’essere
internauta lo zero del mio spazio
azzerato soldato senza salma.
qui patente il rosso sul grigio
tonalità del male giglio reso.
eppure un foglio patrigno di ciliegio
occlude il paradiso sa di rapa
appassita sotto un rantolo a cottimo
più dolore più e più cottimo
il meno sotto l’ascia.
le furbastre farfallone dell’atrio
balenano comandi per esecuzioni.



Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, il 5-5-1955. Ha pubblicato i libri di versi: IL GIORNALE DELL'ESULE (Milano, Crocetti, 1986), GLI ANGIOLI PATRIOTI (Milano, Crocetti, 1988), ACQUERUGIOLE (Milano, Crocetti, 1990), "Darsene il respiro" (Milano, Fondazione Corrente, 1993), LA DEVOZIONE DI STARE (Verona, Anterem, 1994), LE ARSURE (Faloppio, CO, Lieto Colle, 2004), L'ACCIUGA DELLA SERA I FUOCHI DELLA TARA (Lecce, Luca Pensa, 2006), DALLO STESSO ALTROVE (Roma, La camera verde, 2008).