25/03/09

Xu Xi, UNWALLED CITY


[Waiting for the boat in Hong Kong. Foto di Marzia Poerio]


Xu Xi, UNWALLED CITY. Hong Kong, Chameleon, 2001

In CHINESE WALLS, un romanzo di Xu Xi pubblicato nel 1994, la narratrice in prima persona era Ai Lin, che da Hong Kong si trasferiva negli Stati Uniti e sposava Vince (Vincent Da Luca, un italo-americano), divorziandone poi per risposarsi col fratello dell’ex marito. Questi personaggi ricompaiono in UNWALLED CITY, Ai Lin in sottordine e Vince come uno dei protagonisti, risposatosi con un’americana dalla quale si sta separando: per questo si trova a Hong Kong, città in cui svolge un lavoro ben retribuito di fotografo, che lo mette in contatto con esponenti della società altolocata, tra i quali i co-protagonisti Andanna Lee You Fun, una giovane modella e cantante di Hong Kong proveniente da una famiglia ricca e tradizionale contro le cui norme si ribella; Gail Szeto, di famiglia in parte cinese e in parte europea, manager di una multinazionale; Colleen Leyland, un’occidentale appassionata di lingua e cultura cinese, moglie di un rappresentante della famiglia Szeto.

Le vicende sentimentali di questi personaggi vengono perseguite dalla narrazione condotta questa volta in terza persona, con un interesse umano per il loro perdersi e ritrovarsi esistenzialmente e cercare motivazioni alla propria esistenza. Così Coleen, che dopo le infedeltà coniugali, tra cui una storia passionale con Vince, sembra approfondire il proprio spessore umano e rafforzare la devozione verso il marito; Vince e Gail che non riescono a trovare una possibilità di relazione amorosa, ma instaurano legami di amicizia; Andana che si separa dal fidanzato per condurre una vita più autonoma. La sessualità, al contempo, viene espressa in forme che mantengono il sostrato psicologico mentre si appropriano delle forme fisiche, con appropriazioni di identità tanto maschili che femminili.

La realtà della città è un flusso di avvenimenti che collegano tutto con tutti, come in una provincia espansa nonostante l’internazionalismo delle relazioni tra esponenti di culture e nazionalità diverse e spesso frammiste le une alle altre, tra la lingua inglese e quella cantonese, in tradizioni che combinano la Cina delle strutture familiari estese all’individualismo europeo e statunitense.

Il discorso indiretto libero e l’assunzione del punto di vista di ciascuno dei quattro personaggi principali da parte della narratrice conferiscono spessore a questo romanzo in cui la vita procede dentro il quotidiano, tra riti di ipocrisie e di amicizie, tra contrasti e riappacificazioni, tra drammi interiori che, vissuti senza essere espressi apertamente all’esterno, s’infiammano nell’interiorità degli interpreti.

Ognuno dei quattro protagonisti ha vissuto in almeno due paesi; è cosciente, se non di varie lingue, per lo meno di diverse consuetudini e culture; si muove tra autenticità e costruzione di un’identità secondaria di maschera; attraversa momenti di crisi prolungati. Viene così rappresentata un’inquietudine che oltre a essere specificamente legata al luogo in cui si svolgono le vicende, è anche contemporanea e globalizzata, riguarda la vita di ogni lettore in una fase di tarda modernità.

L’ancoraggio storico è tuttavia ben presente, dato che le vicende narrate si svolgono tra il 1993 e il 1997, sottolineando spesso nel testo che si tratta degli anni del passaggio dall’amministrazione di vecchio tipo di Hong Kong a quella cinese, fenomeni che, come altri fatti di cronaca e politica locale citati nel testo, sembrano influenzare profondamente la vita dei personaggi, ma restare al contempo nello sfondo, colti come essi sono nelle vicissitudini del privato.

Siamo noi, lettori, guidati dall’autrice, a dover compilare i passaggi mancanti per arrivare, con un itineriario mentale, dalla città murata che Xu Xi delineava nel 1994 a quella priva di mura del 2001.


[Roberto Bertoni]