17/02/09

Franco Pierno, TRILOGIA PER ATTILIO BERTOLUCCI


[Leaves which lived a previous life. Foto di Marzia Poerio]


“VERSO CASAROLA” - I

Qui regola una buona abitudine:
che l’autista, svegliandoci da sonni
intrecciati d’afa e vite prima che
sia più vivo il taglio dell’Appennino,
lo stordimento di pietra e noccioli
negli occhi, ci lasci benevolo
all’accalmìa di questo dopopranzo
luminoso, in un tempo sospeso
su opache tende e fiamme
di vino nel vetro, lontano
da riprendere il passo di questa
corriera verso un cielo furente.


“VERSO CASAROLA” - II

Troverò A. in posa curva, atona,
insensibile a un tempo
che lesina luglio come poco
amore sofferto, pietra di versi
infilati come sentieri umidi
fra i castagni, candore di pause
su piani tronchi segati, sequenze
interrotte in dirupi d’aria e azzurro?


UN “THE” A CASAROLA - III

Ci sono tempi inglesi per trovarsi
e nubi del favore appenninico
migranti sui declivi, sull’orto
perdendo l’ora e la stagione che ora
si infiammeranno in un campo emiliano
o lombardo, affliggeranno
di sonno una pergola...

“... no, signor Attilio, i suoi ottanta
non la minacciano...” sfiorano, invece,
la vita che dalle tazze si stacca
con il vapore che alla finestra
si confonde con questo passaggio
celeste.

Torneranno del parquet e del fogliame
i colori abituali, sarà solo
vezzo del villeggiante montano
il cardigan, ben abbottonato ora,
incurante del mese e della moda.