Londra, Headline, 2006
Il romanzo intreccia tre fili narrativi.
Nella New York del 1909, Freud, Jung e Ferenczi e poco dopo lo stesso anno anche Jones, sono in visita per presentare in un ciclo di conferenze i risultati della psicanalisi accolti dallo statunitense Brill (nomi tutti di persone esistite). Su questo filo si dispongono ricostruzioni di episodi riscontrabili storicamente, tra i quali le prime difficoltà tra Freud (rappresentato in modo positivo e con ammirazione) e Jung (che in questa storia è dipinto con antipatia a tratti anche grottesca come una specie di cospiratore antifreudiano, psicotico e dedito ad avventure extraconiugali), spostate intenzionalmente dall'autore (come rivela una nota alla fine del volume), dal 1912, anno in cui avvenne la rottura scientifica tra i due, a tre anni prima. La parte documentaria è lungo questa linea di sviluppo alternata ad aspetti inventati. Da questo livello della narrazione muove l'intreccio giallo, tramite Stratham Younger, uno degli psicanalisti americani (di invenzione) che accolgono gli europei.
Nel tessuto noir, una ragazza di buona famiglia, Nora (che come rivela l'autore alla fine è personaggio originato dalla Dora ferudiana), ha perso l'uso della parola ed è vittima di un'amnesia che le impedisce di ricordare chi l'ha assalita. Younger riceve da Freud l'incarico di psicanalizzarla, impresa che non riesce troppo bene, a dire il vero, data l'attrazione e il coinvolgimento sentimentale del giovane analista. Si dipana però, quando la giovane riprende a parlare, una trama densa di avvenimenti in parte familiari, in parte pubblici. Amici di famiglia sono coinvolti nella manipolazione della psiche di Nora, lanciata in una vicenda di tradimento coniugale del padre con la moglie di un amico di famiglia potente e sadomasochista che a sua volta si interessa eroticamente di Nora, fino a che tenta di ucciderla, ottenuta la complicità della moglie Clara. Essendo un giallo, si lascia nell'incerto l'intreccio, che si addensa con suspense nel corso della narrazione. Se Younger costituisce uno dei versanti investigativi (quello intellettuale e basato sui procedimenti induttivi/deduttivi della psicanalisi), ad esso parallelo (con una combinazione ben adatta a un poliziesco) c'è l'indagine poliziesca dell'agente Littlemore, inizialmente mostrato come persona di intuizione e capacità professionali limitate, ma che si impone invece come la mente in grado di sbrogliare il mistero (incontrerà tra parentesi durante le indagini una giovane di origine italiana destinata a diventare sua moglie). C'è il coinvolgimento di un sindaco onesto; e accanto a esso un fondo di corruzione da parte di altri personaggi.
Il terzo filo è rappresentato da un "triunvirato" di psichiatri ostili a Freud che tra le quinte cercano di danneggiarne le conferenze servendosi tra l'altro di Jung (questo aspetto, ma non i rappresentanti del triumviato, è di immaginazione)
Nel ruolo di presenza sempre determinante, è la città di New York, vista nella sua modernità, spettacolarità, variazione di ambienti sociali (dall'alto borghese al sordido), storicità, con descrizioni di ambientazione adatta alla narrazione.
Si tratta di un romanzo in cui la storia presenta l'opportunità di enucleare la nevrosi nel contesto dell'ipocrisia sociale e della modernizzazione del costume. Il romanzo raggiunge a questo livello il proprio scopo.
Come nota l'autore anonimo della recensione su "BC Books", la prima e terza persona narrative usate da Rubenfeld non sono sempre coerenti l'una con l'altra, anche perché il narratore in prima persona è un personaggio cui l'autore si riferisce nella terza persona quando sia necessario delucidare eventi dei quali chi dice io non potrebbe essere a conoscenza. Si potrà supporre qui una necessità di personalizazione legata alla professione analitica di Younger (le memorie degli psicanalisti sono scritte con voce soggettiva); l'effetto è di ibridazione di modi narrativi di àmbito tardomoderno.
[Roberto Bertoni]