03/12/08

Piera Mattei, DIRAC E LA NUVOLA


[Clouds disguised as frozen islands. Foto di Marzia Poerio]


Nota di Piera Mattei

Le poesiedi DIRAC E LA NUVOLA, parte di un libro in prossima uscita, sono tutte recenti e inedite. Sono state scritte tra luglio e settembre 2008, nella prima stesura in un soggiorno a Erice, antico borgo della Sicilia Occidentale, a picco sul golfo di Trapani.

Erice legava anticamente il suo nome a Venere Ericina, poi, dal Medioevo fino al Settecento, ospitò numerosi conventi, oggi trasformati in sedi per incontri internazionali sulla scienza. Occorre aggiungere, per la comprensione di alcune poesie, che Erice, dalla cui sommità nelle giornate limpide si scorgono le coste dell'Africa, gode di un microclima per cui fredde nuvole l'attraversano in corsa, in piena estate.


1. leggevo Keats

veloce è entrata
dalla finestra una nuvola
- le pagine del libro se ne intridono -
se voglio toccarla
fugge verso la cupola moresca

bellezza è verità, ripete il libro
l'ingiustizia intanto si lecca il pelo
e alla bandiera solleva un dito

sono questi i giorni

nei vicoli sassosi del borgo
amichevoli abbracci
e sguardi arrossati di jet lag

e ora questa nuvola
protagonista di una storia
cela i colori
si diffonde al giallo dei lampioni
soffoca infine il bianco

non fanno dunque più parola
le colombe bianche
gioca Afrodite con la schiuma
contro le sabbie bionde dell'Africa


2. Dirac o della bellezza

dove le passate beltà
in quali memorie
attivano le loro vite non eterne
e dove l'Ericina dai seni teneri e saldi?

la bellezza in questa sala
si slancia dall'equazione di Dirac

i segni a cui la mente guidò la mano
un disegno
essenziale nella raccolta penombra


Nota al testo 2

L'equazione di Dirac, nella sua grafia originale, è impressa sotto il palco dell'Aula Magna di San Domenico. Sul significato di tale "semplice"ed "elegante" equazione, in sintesi, da Wikipedia: […] Per cui, in un certo senso, si può affermare che Dirac predisse l'esistenza dell'antimateria e il fenomeno dell'annichilazione con la materia […]"


3. Forme d'aria

verso San Vito lo Capo


***

nubi scendono in forme
non leggibili
si sfrangiano come schiuma
si ritraggono
telo che copre la smaniosa
verità dei contorni
il verde piumeggiato degli alberi

attende tutti infine
una condanna per plagio

per non aver escogitato
altro modo che
stringersi nell'abbraccio
delle proprie braccia
tornando a terra


***

salsedine rossa
sopra i muri con vetri
di bottiglia conficcati

daltonico grigio del cuore!
il sole ha rifiutato lo sguardo
un colpo di tosse
ha mandato in frantumi
il silente paesaggio

l'immobilità respira
ancora più viva nell'assenza
di verde
ovvero trattiene il fiato
- potrebbe un soffio soltanto
sommergere il mare

c'è infatti divieto
di parlarne si resta
senza parole
il cuore
pompa il suo rosso liquido
dove nessuno ha poggiato l'orecchio

si sogna come d'un dono
un grado di sordità lieve
ad attutire esplosioni di suono
aggressioni non volontarie
non rivolte a te, non a te

a chi dunque dovrai interrogarti
e ravvolgere il corpo
- come non fosse tuo,
come fosse il tuo corpo,
piccolo, d'un'altra -
sotto il lenzuolo


***

quante frontali madonne
dalle punte delle dita disperdono
correnti di grazie
e Venere sorride ancora, la soppiantata

"siamo qui duecentotrenta anime"

queste campane per chi
suonano allora
a tutte le ore
e le nuvole basse
quali volti color rosa
ritagliano
privi di sfondo


***

bruciare l'incenso e vestire i coralli
via! non ce ne verrà danno
se l'anno ha girato la boa

ne nasceranno di bimbi
molti allevati di fronte
a immagini e santi
a un pade Pio
sempre uguale
nel bronzo sul lungomare
di Castellammare del Golfo

verità la mia
che soltanto propongo
non impongo e non so

sorrido a mitologie senza sospetto
d'essere in errore

e infine ritratto la proposta
d'una conversazione.


4. belle-di-notte

una colomba immacolata
di sé consapevole
e dello spazio
modulato del chiostro
solitaria gode
pilucca
i semi delle belle-di-notte

una gelosa essenza
che a lei si offre
perché candida
e solitaria si mostri


belle-di-notte (in quinari)

Non s'alza vento
sotto l'ombrello
di fiori cadono
bianchi colombi

dentro il mantello
di foglie d'edera
sporgono il capo
con grazia apatica
trovano e beccano
semi invisibili


5. iddu no have a nuddu

l'affetto meridiano si rivolge
- intatto per un attimo a lui solo -
al biondo meticcio che in sua difesa
abbaia non contro me
quindi a me sorride con piega amara


Nota al testo 5

La frase del titolo mi fu rivolta da una signora ericina per spiegarmi il comportamento di un cane vagabondo, pelo giallo, di media taglia


6. […] come un seme / che l'acqua […]

Ti stai muovendo
verso il deserto
là dove c'è sorpresa di refrigerio
con abbondanza d'uva
e di vini pregiati

lascia scorrere le parole alla lingua

dove il pensiero s'innesta
lì fermati

la pausa è il vuoto
il nuovo che dal vuoto appare
dona lenta vertigine

lo osservi sorgere come un seme
che l'acqua…
come un fiore che l'acqua…
che apre
i suoi colori al giorno