23/11/08

Mohsin Hamid, THE RELUCTANT FUNDAMENTALIST

Prima edizione 2007. Londra, Penguin, 2008

Il narratore pakistano in prima persona, di nome Changez, in un'ambientazione geograficamente definita (il quartiere di Anarkali, che ha forse anche un significato simbolico richiamando nel nome la cortigiana murata viva da un regnante Moghul, a Lahore, in Pakistan), all'interno di un locale nel corso di un pranzo, racconta a un interlocutore statunitense la propria storia: gli studi a Princeton, la laurea, il lavoro ottenuto presso una società di valutazione economica internazionale, il successo e l'alto stipendio, l'amore sfortunato per una ragazza americana che, perso il fidanzato per un incidente, non riesce a separarsi dalla memoria di lui e precipita nella malattia mentale, scomparendo infine, forse suicida, da una casa di cura in cui era stata ricoverata. La storia d'amore indica una difficoltà di comunicazione anche personale nell'esperienza dell'esilio in Occidente, acuendo l'alienazione provata per il lavoro svolto e sentita con più intensità dopo l'11 settembre, data nella quale sentimenti contraddittori si presentano nella mente del protagonista, che se pubblicamente si unisce alla deprecazione dell'attentato ed è dispiaciuto per le perdite umane, al contempo non può sottrarsi al pensiero che sia stata colpita una superpotenza avversa ai popoli dei paesi meno sviluppati. Preso da un'inedia del personale e còlto in questa difficoltà del politico, il narratore lascia scorrere nell'inattività il suo ultimo incarico professionale, dal che consegue il licenziamento, il ritorno in Pakistan dove diviene docente universitario legandosi a cause libertarie e proclamandosi non violento. Il romanzo si conclude su una scena in cui il narratore e l'americano sembrano sul punto di dilaniarsi a vicenda, ma ciò non accade (o non accade ancora?).

Il testo del romanzo lascia nell'ambiguità se lo statunitense sia o meno un emissario dei servizi segreti e se Changez sia o meno un fondamentalista come dice il titolo. Tuttavia, un'intervista rilasciata a Jennifer Reese chiarisce che la parola Changez non nasce, come alcuni in Occidente hanno pensato, dall'idea di "cambiare" (sebbene questo concetto sia insito nel volume). Si tratta, nella proiezione intenzionale dell'autore sul testo, del "nome in Urdu di Genghis, il conquistatore mongolo che assalì il mondo islamico, per cui Changez non può essere veramente un fondamentalista religioso"; semmai è un "nazionalista islamico" con un'impostazione ideologica "secolare". La posizione di Hamid di fronte all'11 settembre, data in cui viveva a New York, fu di preoccupazione per persone conosciute e per il fatto politico e pensò: "Il mio mondo sta per cambiare da cima a fondo". Dichiara di avere scritto il romanzo "da un'angolazione di grande affetto per l'America" e di ritenere che "dire queste cose a un pubblico americano sia di aiuto all'America" [RELUCTANT SUCCESS; "EW.com"].

L’attualità del tema, trattato con notevole capacità di riflessione, non è l’unico pregio di questo libro. La scrittura ha leggerezza e spesso umorismo, due tratti stilistici che assorbono la drammaticità degli eventi e consentono la rappresentazione non patetica, bensì credibile, umana, vicina alla realtà, delle emozioni, soprattutto quelle della distanza da “casa”, dell'identità composita e della diversità con cui si convive risiedendo in un paese straniero, e dell’amore non ricambiato.

L’interlocutore al quale il narratore si rivolge mentre racconta la storia, usando un “you” che si alterna alla prima persona, rappresenta tanto il narratario di questa storia quanto il lettore, come se il riferimento fosse interno ed esterno al testo e si definisse in quanto strategia testuale ma anche come appello al lettore occidentale del libro, in un intreccio di sottotesti e significati che pare utilizzare al meglio i suggerimenti del moderno, con riferimenti in questo espliciti anche a Italo Calvino (oltre che nel tu/io, in una citazione da Palomar a p. 27).

Quanti altri libri si annidano nell’intertestualità di THE RELUCTANT FUNDAMENTALIST? Forse romanzi in lingua inglese (Salinger? O gli autori citati da Hamid: De Lillo e Toni Morrison?); ci sono riferimenti ai DUELLANTI di Tolstoy? Senz’altro si tratta di un testo di impegno notevole e di letterarietà raffinata, che merita in pieno l’interesse critico che ha ricevuto.


[Roberto Bertoni]