25/06/08

MARIO RIGONI-STERN


[Winter in light. Foto di Marzia Poerio]


È di pochi giorni fa la notizia della scomparsa di Mario Rigoni-Stern.

Nato nel 1921, tra le sue opere si ricordano IL SERGENTE DELLA NEVE (scritto nel 1944 e pubblicato nel 1953), IL BOSCO DEGLI UROGALLI (1962), STORIA DI TÖNLE (1978), UOMINI, BOSCHI E API (1998), L'ULTIMA PARTITA A CARTE (2002), QUEL NATALE NELLA STEPPA (2006) [1].

La memoria collettiva e la necessità di tramandarla sono uno degli aspetti chiave della narrativa di Rigoni-Stern. IL SERGENTE DELLA NEVE e L'ULTIMA PARTITA A CARTE sono libri autobiografici che raccontano l'esperienza di guerra, da alpino, nella campagna di Russia e poi in un lager tedesco, in modo obiettivo, rapido, privo di retorica e perciò tanto più efficace nel rappresentare gli orrori della II guerra mondiale, ma anche la presa di coscienza antifascista. Si legge in un'intervista del 2000:

"Avevo capito come stavano le cose altrove. In Italia allora tutto era proibito; nessuno ci parlava di democrazia né di letteratura straniera; il fascismo ci manteneva in una visuale della romanità, Roma capitale del mondo […]. Ci avevano insegnato a credere, obbedire e combattere; e che l’obbedienza doveva essere cieca, pronta e assoluta. Quando a scuola, in chiesa, in famiglia ti dicono queste cose, man mano che si cresce si è convinti che sia vero. Per me i dubbi sono venuti quando sono andato in guerra e mi sono scontrato con altri mondi e altre realtà" [2].

STORIA DI TÖNLE è ambientato tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima guerra mondiale; e ha per protagonista un rappresentante della cultura rurale e arcaica, pastore, soldato, minatore, emigrante in varie zone tra l'altopiano di Asiago, la Stiria, Praga, sullo sfondo della decadenza dell'impero austro-ungarico.

Sono propri di Rigoni Stern anche motivi ecologici, come nel BOSCO DEGLI UROGALLI. Un'intervista del 2002 precisa che quello dell'ambiente "è un problema di una gravità paragonabile alla guerra. Una volta non se ne parlava. Al punto in cui siamo arrivati, la salvaguardia del pianeta, dal punto di vista morale, viene in cima alla piramide" [3].

Uso non retorico del linguaggio, capacità di affrontare verità anche difficili e dolorose, modalità scarne del racconto, equilibrio della voce narrativa sono tutte caratteristiche della sua cifra stilistica che ne fanno uno scrittore di rilievo.


NOTE

[1] Quest'ultimo recensito su "Carte allineate" in data 5-12-2007.
[2] LE MIE STORIE CHE SANNO DI CIVILTÀ, "Giornale di Brescia", 29-1-2000.
[3] MARIO RIGONI-STERN. PRIMO, NON SPRECARE!, intervista a cura di G. Zois, "Il giornale del popolo", 27-8-2002.


[Roberto Bertoni]