13/05/08

Seijun Suzuki, PRINCESS RACCOON

Director: Seijun Suzuki

Sceneggiatura di Yoshio Urasawa. Con Mikijiro Hira, Joe Odagiri, Hiroko Yakushimaru, Taro Yamamoto, Zhang Ziyi.


Il signore feudale Azuki viene a sapere che suo figlio, il principe Amechiyo, diventerà il più bello del reame, sopravanzandolo; decide pertanto di esiliarlo. Un servitore Ninja accompagna Amechiyo nella foresta, dove lo trova la principessa tanuki (raccoon nella versione inglese, cioè procione), la quale si innamora di lui, prende forma umana e viene ricambiata. Difficoltà notevoli si frappongono tra i due protagonisti; tra queste l'ostilità delle loro due comunità, l'avversione costante di Azuki per il figlio, che sfocerà in un duello; la morte della principessa, resuscitata da una "rana del paradiso" parlante; la morte del principe, resuscitato da un sortilegio.

Radicata nel folclore, la fiaba è elaborata con un meccanismo postmoderno di miscela di generi: il teatro tradizionale giapponese si combina con canzoni rock ed echi di musical statunitensi. Di per sé è un film musicale con canzoni e balli, vivace e colorato. Tuttavia, abbiamo avuto l'impressione che andasse guardato come teatro; e quando abbiamo pensato a questa ipotesi è diventato gradevole e stimolante. È vero che ci sono alcuni esterni di natura, ma in prevalenza le azioni si svolgono su palcoscenici con sfondi illustrati come dipinti giapponesi classici o come cartoni animati.

Esperimento interessante, destinato a essere apprezzato o meno. Lo abbiamo visto in dvd (WCL, 2007) e chi lo ha guardato con noi chiedeva: "Ma ti interessa questa roba?" De gustibus... A noi è piaciuto; e concordiamo con Jonathan Trout che si tratta di "a hallucinatory hybrid of MONKEY and THE WIZARD OF OZ" [1] e con Manhola Dargis che questo film è "mad, nuts, [...], funny" [2], con tutti i difetti e i pregi di un'estetica in parte avanguardista e in parte kitsch.


NOTE

[1] BBC Reviews.
[2] New York Times Reviews.

[Renato Persòli]