22/03/08

SPOON RIVER 1968: ANTOLOGIA CORALE DI VOCI DAI GIORNALI DI BASE


[Red flag over the Yangtse river. Foto di Marzia Poerio]



SPOON RIVER 1968: ANTOLOGIA CORALE DI VOCI DAI GIORNALI DI BASE, a cura di Antonio Benci e Maurizio Lampronti, Bolsena (Viterbo), Massari, 2008

Un po’ frastornati dai molti saggi prodotti sull’argomento, capita raramente di leggere pagine sul ’68 capaci di ‘vedere’ quell’esperienza in maniera intelligente, per nulla nostalgica o immaginifica. La SPOON RIVER 1968: ANTOLOGIA CORALE DI VOCI DAI GIORNALI DI BASE allestita da Antonio Benci e Maurizio Lampronti rappresenta, tuttavia, un osservatorio insolito, eterogeneo e particolarmente adeguato ad indagare quel particolare “esperimento del mondo” - misto inestricabile di convulse febbri rivoluzionarie e di sublimi utopie esistenziali. Illuminanti pagine dai giornali di base, dense di riflessioni progettuali e sfoghi politici, offrono, infatti, una rappresentazione, sebbene necessariamente parziale, fondamentalmente onesta di quella stagione, del suo complesso immaginario e della sua stessa “etica”. E per “onesta” intendo non finalizzata alla costruzione di una - purtroppo oggi molto rituale - memoria o “tradizione inventata”. La SPOON RIVER di Benci e Lampronti si snoda attraverso i suoi vari “epitaffi” muovendosi tra i cangianti risvolti della “materia” e dello “spirito” di quel tempo. Dunque la Fabbrica, l’Università, la Rivolta, l’Identità operaia e quella studentesca, l’Incanto utopico della Rivoluzione e la Società possibile: una ricognizione panoramica assai suggestiva e storicamente congrua in ogni sua “voce”. Dunque, vocazione e tensione storiografica - quella di Benci e Lampronti - a disseppellire una quotidianità rivoluzionaria per molti oggi troppo frettolosamente rimossa a vantaggio del suo recupero globale, della complessa totalità di quell’eredità storica, ma aggiungerei anche che le “voci” selezionate dai due autori rivelano un’inconsueta trasparenza documentaria che costituisce certamente la cifra più autentica,”vera” di questo interessante e per nulla banale saggio storico.

[Massimo Tomasutti]