27/11/07

Raffaele Crovi, NEROFUMO


[Black with red, and the fire is off. Foto di Marzia Poerio]


NEROFUMO (Milano, Rizzoli, 2007) è un romanzo scritto nel presente indicativo e raccontato fino al penultimo capitolo in terza persona con pagine derivate dal diario del protagonista, Ermes Consigli, direttore di una rivista apparentemente di pettegolezzo mentre in realtà si propone obiettivi politici destabilizzanti, riuscendo, con l'azione tra le quinte, a far dimettere parlamentari e rappresentanti del mondo del giornalismo e dello spettacolo.

Nato nel 1948, già coinvolto parzialmente nell'estrema sinistra per ideologie giovanili, il personaggio principale di questa narrazione conduce oggi una vita alla luce del sole, impeccabile e semplice, con una moglie che amministra bene il patrimonio di famiglia e senza conflitti né con lei né con la figlia: una medietà, insomma, pubblicamente encomiabile e tanto più misteriosa dato che nasconde trame nel retro mentale, psicologico e di sottogoverno.

Linguista, professore universitario e autore di indovinelli criptici e borgesiani (anche sul tema degli specchi, ovvero sull'identità incerta e moltiplicata), diviene vittima della sua stessa meticolosità e della solitudine, impazzendo. Accorgendosi un giorno che i quadri conservati nella sua villa hanno preso a scolorirsi, lo assale un raptus distruttivo: prova l'"impressione che la sua esistenza si stesse raggrumando in un indistinto nerofumo", sente l'esigenza di "annullarne le tracce" devastando i propri beni (pp. 125-26).

Chi parla di Consigli, ossia chi scrive questa storia in prima persona, si apprende alla fine, è un suo adepto e aiutante in villa, fidanzato della figlia, che riacquista la parola per un bacio di lei... Salva l'amore? Si gioca con la fiaba?

Si riabilita in conclusione il potere della casualità, esponendo la pericolosità del gioco: come il "re degli scacchi", Ermes Consigli "ha vissuto in modo precario; si è messo in gioco e ha messo gli altri in gioco (e ogni gioco è un po' un gioco d'azzardo), dimenticando che anche per il re del razionalissimo, geometrico gioco degli scacchi può esserci all'improvviso lo scacco matto" (p. 131).

Un personaggio, Consigli, che tutto calcolava è smaccato: uno sconfitto moderno più che postmoderno, prigioniero del solipsismo e della malevolenza, della malinconia e dell'irrazionale che esplode da un uso troppo oculato e repressivo della lucidità.

Da parte sua Crovi è autore di una scrittura netta e chiara, ritmata, pungente.


[Roberto Bertoni]