Sottotitolo: CONFORMISMO DEL SENTIRE E DISSENSO EMOZIONALE, Torino, Einaudi, 2007
Due sono i punti apparsi stimolanti allo scrivente: l'idea che l'indifferenza sia derivata da una produzione sociale fondata su norme e la concezione della dissidenza come trasgressione del conformismo.
Gli esempi spaziano da opere letterarie (tra le quali LO STRANIERO di Albert Camus) e storie di vita (un infermiere al G8 di Genova del 2001, ad esempio, o un inviato per trattative di pace).
Da un lato si individua l'indifferenza di fronte a problemi sociali gravi, ma la si analizza nelle sue origini e manifestazioni cercando di comprenderla; dall'altro lato si mette in rilievo come una cultura normativa dell'umanitarismo possa essere anche di facciata e nascondere atteggiamenti unanimistici invece di partecipazione profonda e personale ai casi di chi soffre. Sebbene chi qui scrive ritenga che anche l'umanitarismo ufficializzato non faccia del male, dunque sia meglio del cinismo generalizzato, è però confortante, da parte di Zamperini, la ricerca di autenticità, la rottura dei protocolli convenzionali che porti vicino agli altri e metta in moto modifiche interiori. Non è proprio di umanità e di partecipazione vera che si ha bisogno oggi?
Tra i casi sociali presi in esame ci sono l'emigrazione e il mondo dei mass media; considerazioni sull'apatia; il capitale emozionale; e la vergogna in relazione al senso di colpa.
Si tratta di un altro utile volume nell'àmbito della rifondazione dei sentimenti di cui si è parlato recensendo Bauman e Turnaturi in articoli precedenti su "Carte allineate".
[Roberto Bertoni]