06/09/07

Vikram Chandra, GIOCHI SACRI


[Can we tie up life? Foto di Marzia Poerio]


Vikram Chandra, GIOCHI SACRI. Titolo originale SACRED GAMES (2006). Traduzione di F.Orsini, Milano, Mondadori, 2007.

Ganesh Gaitonde è a capo di una banda indiana di criminalità organizzata con ramificazioni internazionali, collaboratore di un programma dell’antiterrorismo in funzione contraria al Pakistan, seguace di un guru che ha intenzione di destabilizzare la scena politica con una strategia della tensione fondata su un ordigno nucleare che se esplodesse risulterebbe un attentato della parte avversa. Gaitonde ha per tutta la vita inseguito il potere e la violenza; ha lanciato una diva del cinema che per ottenerne l’appoggio ha calcolato nel proprio interesse di assecondarne i desideri; tratta con una starlet televisiva fallita di nome Jojo, che gli procura amanti a pagamento; ha costruito un rifugio antiatomico e per la disperazione di non ritrovare il suo guru entrato in clandestinità, dopo avere ucciso Jojo che ha avuto il coraggio di rivelargli com’è di fronte a se stesso, si suicida quando, a causa di una soffiata, il commissario Sartaj lo stana. Forse era impazzito, ma forse le trame oscure erano reali e varranno mese a tacere dai servizi segreti che Sartaj coadiuva: quest’ultimo, per ottenere informazioni, denuncia il suo capo che finirà anch’egli suicida.

Questo libro disilluso utilizza con competenza i tratti del romanzo di genere per raccontare una storia basata in parte su un’inchiesta presso la criminalità svolta personalmente dell’autore.

Si mette in rilievo un quadro sociale in cui sono crollati i parametri della coesione: la religione, la famiglia, la rispettabilità delle istituzioni. Troviamo politici senza scrupoli; poliziotti che ricevono bustarelle regolarmente; malviventi affondati nel lusso; gente di campagna; persone della borghesia medio-alta che agiscono per interesse personale; abitanti di quartieri-ghetto. Diversi personaggi sono divorziati; vari sono insoddisfatti. Sembra che le modalità tradizionali della vita associata siano saltate in un’India che cambia con rapidità. Ci si trova in un disincantato “mondo pervaso dal crimine” (p. 409), in cui “il denaro crea la bellezza, il denaro dà la libertà, il denaro rende possibile la morale” (p. 834).

Sartaj è un poliziotto relativamente onesto, in ogni caso determinato a fare il suo dovere, ma flessibile abbastanza e possibilista tanto da risultare vicino alla verità documentaria. Il prezzo della sua indagine è la perdita di un amico e un tradimento perpetrato in nome dell’interesse collettivo. Il comportamento di Sartaj è un misto di moderno e meno moderno, si tratta di un individuo socialmente in transizione.

In GIOCHI SACRI, Chandra pare voglia rendere la totalità, agendo come il suo protagonista: “un poliziotto deve saper osservare tutto, qualsiasi cosa, […] tutto ciò di cui il mondo è fatto” (pp. 120-21). Gli avvenimenti di questo giallo si verificano in concatenazioni secondo le quali “tutto coesisteva in un modo o nell’altro” (p. 964); e sono fondate, come l’indagine solitamente dei polizieschi, su “analisi degli eventi, […] contiguità, congiunzioni, somiglianze, ripetizioni” (p. 392). La vita è intesa come un gioco al di sopra dei personaggi che la popolano, “non è altro che […] lila”, termine che significa un modo di “intendere il mondo e la creazione come giocattoli di Visnù” (p. 60).

L’angolazione narrativa è triplice: il narratore onnisciente insinua i casi i vari personaggi polifonicamente, delineando una storia comune e corale; il discorso indiretto libero in terza persona rende ciò che sa Sartaj; la prima persona di Ganesh racconta un’autobiografia retrospettivamente, dopo la morte, a capitoli alterni a quelli di Sartaj che procedono invece verso il futuro man mano che l’inchiesta si dipana.

Canzoni popolari, riferimenti al cinema di Bollywood, interpretazioni filosofiche, il filo delle notizie provenienti alla carta stampata si intrecciano con i dialoghi e una serie di espressioni colloquiali in lingua hindi spiegate in un repertorio lessicale accluso in appendice.

Romanzo dunque di testimonianza sociale e allo stesso tempo di notevole inventiva, complesso nei confronti della questione del realismo, di ampio respiro sociopolitico, lungo quanto al taglio sul settore di mondo rappresentato, di buona qualità stilistica.


[Roberto Bertoni]