03/09/07

Mauro Ferrari, L'URLO E IL SILENZIO

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L'urlo e il silenzio: una congiunzione che, come un ponte, ha il duplice scopo di separare e unire: come immaginare uno senza l'altro? L'urlo dell'omicida e il silenzio dell'ucciso; ma anche, specularmente, l'urlo della vittima e il silenzio del carnefice incappucciato.


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Suono, rumore, urlo, canto, musica; vi si contrappone il solo silenzio. Troppe parole mancanti, come se questa sola bastasse per opporsi a tutti i modi in cui l'Essere segnala la propria presenza: da un lato del muro, i segni; di là, l'assenza. Il non.


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Dove è l'urlo, dove il silenzio? Quale ci fascia, il nero caos dei suoni (plurali) o il bianco vuoto del silenzio (singolare)? Di qua o di là del muro? Liberi o prigionieri?


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La differenza sostanziale fra urlo e silenzio: l'intenzione. L'urlo, si sprigioni dallo spasimo del dolore o dalla gioia, dal contrarsi di un corpo condannato o da una danza folle sulla spiaggia, non presuppone volontà; non è coscienza di voler infrangere il silenzio. Il silenzio invece è coscienza di voler infrangere il muro del suono per essere liberi. scelta di non parlare, non urlare, non cantare. Si deve parlare; si sceglie di tacere così come si sceglie di addormentarsi ma non si è liberi di svegliarsi.


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Wittgenstein: "Di ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere."
Eschilo: "Il racconto è dolore. Ma anche il silenzio è dolore."
Yeats: "La sua mente si muove sul silenzio".


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Ma c'è anche il silenzio di coloro che s'incamminarono alle docce, ormai spremuto tutto l'urlo e ammutolita ogni volontà di resistere; il silenzio di chi, contratto nel proprio uovo di dolore, non trovò la forza d'urlare, e le ombre che furono proiettate sulla pietra prima d'emettere un solo suono. E la lingua assente di quanti hanno varcato la soglia, e poi il denso indicibile delle anime che non accostano il pellegrino giunto da un altro mondo: tacciono perché sono loro che hanno in mano, per sempre, "ciò di cui non si può parlare", che è sempre morte.
Scelte o necessità? Come potrei scrivere se l'avessi già capito?