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A cura di / Ed. Roberto Bertoni.
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ISSN 2009-7123
08/04/07
Kiran Desai, THE INHERITANCE OF LOSS
["I returned to that mountainous country which had been lost due to exile". Foto di Marzia Poerio]
Kiran Desai, THE INHERITANCE OF LOSS, London, Hamish Hamilton, 2006
EREDI DELLA SCONFITTA, traduzione italiana di Giuseppina Oneto, Milano, Adelphi, 2007
Sai, di lingua inglese, orfana di genitori indiani (il padre astronauta nell'Unione Sovietica), cresciuta in un convento, è "an enstranged Indian living in India" (p. 210) e risiede nel 1986, adolescente, col nonno Jemubhai nella proprietà di Cho Oyu a Kalimpong (nel Bengala Occidentale), presso il confine dell'India col Nepal e il Bhutan.
Il Kanchenjunga, una montagna di più di ottomila metri di altezza, la terza più elevata della Terra, con cui si apre e si chiude il romanzo, si pone come connotazione ambientale ombrosa all'inizio ("mountains possessed of ocean shadows and depths", p. 1) e come fonte di luce alla fine di un percorso di svelamento intermittente della verità: "The five peaks of Kanchenjunga turned golden with the kind of luminous light that made you feel, if briefly, that truth was apparent. All you needed to do was to reach out and pluck it" (p. 324). La natura, quindi, è testimone di un itinerario di consapevolezza: come dire che la letteratura può ancora insegnare qualcosa raccontando delle storie e senza trasformarsi in prodotto didascalico pedante; tale notazione implicita dell'autrice pare opportuna nella tarda modernità a correzione di correnti interpretazioni della narrativa come percorso di prevalente intrattenimento.
Il nonno di Sai è un ex giudice di buoni mezzi economici, educato all'inglese nel periodo coloniale; ha studiato in Gran Bretagna; è tornato in India; ha respinto parte del suo passato di povertà e manifesta disamore per gli aspetti tradizionali del proprio paese. Ha sottoposto a vessazioni e violenze, e umiliato con la restituzione alla famiglia d'origine, la moglie Nimi, la quale, in conseguenza di ciò, verrà forse uccisa o forse morirà suicida, come si viene a sapere in due dei flashbacks che costituiscono un aspetto della tecnica narrativa di Desai oltre a essere momenti di rappresentazione documentaria sulla condizione femminile.
A parte un unico amico, è compagno della vita attuale del giudice un cane, Mutt; gli è fedele il cuoco; la nipote lo tratta con deferenza e affetto. Jemubhai, restato solo per il carattere arrogante, dogmatico, brutale, ripensa a ritroso agli errori commessi: pare questo un altro dei percorsi di consapevolezza proposti da Desai.
Sai è innamorata di Gyan, giovane insegnante di matematica, il quale ha nei confronti di lei un atteggiamento contraddittorio; a differenza della ragazza, proviene da una famiglia non benestante ed è politicizzato nell'ambito del movimento nepalese, esistito nella realtà, per la creazione di un territorio indipendente (il Gorkhaland). Spiega WIKIPEDIA:
"Between 1986 and 1988, the demand for a separate state of Gorkhaland and Kamtapur based on ethnic lines grew strong. Riots between the Gorkha National Liberation Front (GNLF), led by C.K. Pradhan, and the West Bengal government reached a standoff after a forty-day strike. The town was virtually under a siege, leading the state government to call in the Indian army to maintain law and order. This led to the formation of the Darjeeling Gorkha Hill Council, a body that was given semi-autonomous powers to govern the district".
Lo sciopero è descritto nel romanzo, come pure le azioni degli insorti e di polizia ed esercito. Ciò che Desai pare deprecare è la degenerazione in violenza, tale da pervadere negativamente il tessuto della società e da influenzare in profondità la vita delle persone. L'autrice dichiara in un'intervista:
"The book doesn't take an ethical position [about the movement]. I think they [the Nepali-speaking population] had a point. And I think it also turned violent, pretty bad at moments. And this is true of most such movements. I wanted to see how people deal with it, how they survive, who goes under, who comes out alive, who pays the price for what is happening. Of course, there is no question of anything being fair, simple or easy in these situations" [1].
Esistono inoltre rappresentazioni della stratificazione sociale tramite personaggi che, pur in un quadro di difficoltà del vivere e di dolore personale, hanno toni da commedia che alleggeriscono il flusso narrativo: signore della buona società, un missionario espulso in mancanza del permesso di soggiorno.
Frequenti i riferimenti culinari, in accordo con un interesse dell'autrice rivelato in un'altra intervista [2]. Uno dei protagonisti è Biju (figlio del cuoco impiegato presso il giudice), emigrato e impiegato in vari ristoranti newyorkesi: ci sono, nei brani che lo riguardano, riferimenti alla comunità indiana negli Stati Uniti e aspetti di inventiva linguistica.
La funzione ideologica di Bijou in quanto personaggio è di esprimere disadattamento. La sua storia, narrata dagli USA (a capitoli alterni a quelli che, svolgendosi a Kalimpong, coinvolgono gli altri interpreti), costituisce un racconto parallelo e delinea un mondo di identità globalizzate e ibridate; con ricongiungimento dei due assi narrativi negli ultimi capitoli, in cui il rientro di Biju in India si risolve non nella realizzazione dei desideri bensì in un anticlimax.
Kiran Desai, che con questo libro ha vinto il premio Booker del 2006, scrive in un inglese meditato, con un realismo in parte magico, o, come lei stessa dichiara:
"We are in strange times. It seems like literature is not literature anymore. Magic realism has become a dirty word. I am sure Marquez would be published no matter what but anyone less could be attacked quite severely. In many ways, this makes me sad because literature should be anything - imagined or otherwise" [3].
THE INHERITANCE OF LOSS è un bel romanzo in cui gli ambienti mondializzati e quelli di una delimitata zona geografica locale vengono integrati e descritti con partecipazione. "Sconfitta" (o meglio perdita, loss), sul piano collettivo, è quella degli ideali nati dalla liberazione dal dominio inglese. Sul piano psicologico si tratta di un "gap between desire and fulfilment" (p. 2). Disadattamento, riflessione sull'essere individuale e sul divenire storico, immedesimazione nei personaggi e descrizione oggettiva sono tratti che si intrecciano e si rispecchiano l'uno nell'altro con un effetto complessivo di riflessione multiforme e di plurale armonia stilistica.
NOTE
[1] "Writing can be a dangerous activity", intervista a cura di M. Padmanabhan, "The Hindu", 12-10-2006.
[2] Kiran Desai talks about her first novel, HULLABALOO IN THE GUAVA ORCHARD, intervista a cura di C. McWeeney, "Bold Type", Random House, 2000 (http://www.bookbrowse.com/).
[3] "Writing can be a dangerous activity", cit.
[Roberto Bertoni]