08/03/07

Gian Paolo Ragnoli, L'ANNIVERSARIO DEL SETTANTASETTE



[Keep memory travelling through time. Foto di Marzia Poerio]







Le notti sotto la luna
Abbiamo scritto Majakovskij vive
Sul selciato splendente
Un trascendentale rock'n'roll pieno di polvere
Sul muro restano i segni nei cerchi di gesso
La fotografia di Rimbaud
La speranza di un futuro comune
La macchina da scrivere di Burroughs
Quell'anno appena iniziato era un anno di crisi
Tra occhi arrossati-occhiaie pesanti
Ci conosciamo in una parte limitata dello spazio
Se è possibile immaginarla
O è forse più importante
Fare domani un viaggio verso Est
Evadendo dalla prigione del già vissuto
Nero di paura rosso di rabbia e di sangue
Ho scritto - ho continuato a farlo -
Le notti sotto la luna
Tornino dunque i tempi
Dei cuori che s'infiammano
Dopo che morte non dimenticata
Alle dodici e quaranta Francesco
Ciò che si è stati
È l'unica certezza che si ha
Poi vengono immagini che lasciano impronte
Perfettamente insonorizzate
Il corteo si spezza in tre tronconi
Non dimenticare ho scritto
Qualcosa di grande nelle nostre vite
Un rumore strano - la strada stessa
Definitivamente la bellezza di una carta geografica
Mezz'ora più avanti c'è un altro scontro
Le notti sotto la luna
Lattine vuote - molti anni di parole
Chiacchere amori e lotte
Gli spari i lacrimogeni quel pianoforte
Che in piazza Verdi suonava sulle barricate
Ho scritto i miei compagni
Andranno più lontano
Nel misterioso scorrere del tempo
Immaginare ancora un viaggio verso Est
Ci fu solo un grande dolore
Quel giorno grigio e freddo color del vino francese
La nostra giovinezza non la imparammo da Hegel
Il maestro tedesco del quartiere delle Halles
Le notti sotto la luna
Majakovskij vive e suona il sax
Di nulla sia detto: è naturale

E se ci chiederanno cosa stiamo facendo
Potremo rispondere
Ricordiamo


(Marzo settantasette marzo duemilasette)



A GIAN PAOLO RAGNOLI DOMANDIAMO:

Cosa ha significato il Settantasette secondo te socialmente e letterariamente?

Do una risposta necessariamente breve e quindi un pò tagliata con l'accetta. Il settantasette ha rappresentato il momento più alto di un conflitto sociale e politico che in Italia è durato una decina d'anni, dal '68 in poi e contemporaneamente ha manifestato l'inizio della fine di quel ciclo di lotte, l'implosione di quell'ipotesi rivoluzionaria. Dal punto di vista letterario c'è stato un forte recupero delle avanguardie storiche, in particolare dei dadaisti, e del situazionismo, usati come grimaldelli per scardinare la banalità e l'autoreferenzialità del linguaggio politico. I giornali, le riviste, i fogli di movimento dell'epoca sono bellissimi, mancano "il romanzo", "l'autore", ma non è detto che sia un male. Comunque Gianni Celati, come scrittore e come coordinatore del gruppo che ha prodotto "Alice disambientata" credo meriti di essere ricordato.

Ci sono riferimenti culturali, in particolare a Majakovskij. Come si assiepano nella memoria?

"L'anniversario del settantasette" è un montaggio di frammenti di miei testi di allora e di fogli di movimento di quel periodo; Majakovskij come figura emblematica di intellettuale rivoluzionario era molto presente nei testi del movimento bolognese (Franco Berardi "Bifo" scrisse "Chi ha ucciso Majakovskij?") e con la stessa valenza compare qui.

Chi è Francesco?

Francesco Lorusso, studente di medicina, militante di Lotta Continua, ammazzato da un carabiniere che gli sparò alle spalle la mattina dell'11 marzo a Bologna, "Sul muro restano i segni nei cerchi di gesso", ancora oggi.

Il viaggio verso Est è politico?

No, rimanda al desiderio di un altrove in cui rifugiarsi per un pò mentre intorno a noi cominciano a cadere le macerie.

La cultura beat è ancora attuale? Trovi in essa elementi di riferimento?

Non direi, il periodo più fecondo della beat generation lo collocherei tra la fine degli anni '40 e quella degli anni '60, poi certamente ha continuato ad esercitare un certo influsso sui movimenti culturali successivi. Ho scoperto Ginsberg, Kerouac & C. tra i sedici e i diciott'anni e sicuramente mi hanno influenzato moltissimo e mi hanno spinto a scrivere. Più avanti il mio riferimento è stato Burroughs (e Balestrini) per il gesto combinatorio, il montaggio, il collage.

In che cosa consiste la responsabilità sociale della poesia? O non ne esiste nessuna?

Io penso che la poesia debba esprimere assieme un'idea di letteratura e un'idea del mondo.

Come si rapporta a tuo parere la poesia alla prosa?

Come un quartetto d'archi ad un concerto per pianoforte e orchestra, cambiano i timbri, i suoni, gli strumenti usati ma quella che si crea è sempre musica. Oppure potrei direi che se scrivi poesia puoi andare a capo quando vuoi...


[Intervista a cura di Roberto Bertoni]