05/03/07

Anamaría Crowe Serrano, WORDS AND TILES



[The yellow car. Foto di Marzia Poerio]










WORDS

Words
slip-slide
over the rocks

loosely weaving them
together with a tongue
as limp as algae

rotting in the sun
each thought
punctuating the otherwise

easy flow of speech
tripping it up
on discarded entrails

heads and tails
and fear and shame
so it lands

on all the jagged bits
between the image
and the stutterance


[Testo già apparso su "Offsets - an online collaborative poetry project"]



TILES

Stacked against the wall
chattering hundreds high
wide enough to turn their whispers
into rumour

ochred lichen, dusky grey
the shadows in between exclaim
and sigh, triggering
the threat of avalanche
the whitewashed ones a mottled
pun on snow

they prop each other up
stop the slipslide fugitives
with one collective grind
their sum being greater than its parts
whether curved or angular, earth
cooked too fast
or chipped just past its prime

they're all agreed the roof they made
was worthy of the rain, its tickle
trickling towards the gutter
of a hundred years ago
bringing on a giggling fit

an imperceptible shift
that mirrors the hills, irregularities
of the backbone
that promise permanence
even with the house in ruins


[da DAMN THE CAESARS, 2007]



Anamaría Crowe Serrano, irlandese, scrive poesia e prosa. Ha pubblicato su "Storie", "Pagine", "Rattapallax", "Red Pagoda Press", "Jacket", "Default" e "Shearsman". Del 2003 è la raccolta di racconti DALL'ALTRA PARTE (Roma, Leconte) e l'atto unico THE INTERPRETER (Avellino, Delta3 Edizioni). È coautrice con Riccardo Duranti del romanzo BEHIND THE TAPESTRY, sulla vita Thomas Shelton, il primo traduttore di DON CHISCIOTTE. Assieme ad Annamaria Ferramosca ha scritto PASO DOBLE, dialogo poetico in inglese e italiano, tradotto da Riccardo Duranti (Roma, Empiria, 2006).

In WORDS le parole sono nel paesaggio, sono il paesaggio; e il paesaggio è le parole; il gioco è metalinguistico, ma la rappresentazione è reale, cosicchè la poesia, disponendosi tra immagine e balbuzie, evoca assieme alla leggerezza del neologismo ("stutterance") e del ludico i doppi sensi riferibili tanto al linguaggio quanto al paesaggio, inquietudini esistenziali ("rotting", "fear", "shame"), elementi infine insinuatisi come per associazione e forse perciò ancora più significativi (almeno così direbbe Alberto Savinio dei lapsus).

Cosa sono le tegole (oppure le piastrelle) in TILES? Sonorità (ironicamente "chattering", chiacchiericcio, e "wide enough to turn their whispers / into rumour", larghe abbastanza da convertire i loro sussurri in dicerie); rischio di valanga se cadono dalle loro pile; promesssa di durevolezzza ("permanence") anche tra le rovine della casa; simboli della vita che passa. Frattanto sono parole, allegoria delle parole che formano le poesie.

Per ulteriori letture, cfr., tra gli altri, tre irlandesi: James Joyce, Samuel Beckett, Ciaran Carson...


[Roberto Bertoni]