14/02/07

Rilettura breve di Guy de Maupassant, YVETTE

1884. Milano, Rizzoli, 1956

Leggendo Maupassant, colpiscono la concisione, la scarsezza di concessioni al sentimentalismo, la precisione dei particolari, la descrizione del paesaggio urbano e l'aria di modernità tra cui si muovono i protagonisti, le motivazioni sordide, la crudezza, il contrasto tra personaggi maschili e femminili.

Nella storia della passione di Servigny per la giovanissima Yvette, dopo un'iniziale resistenza la ragazza alla fine del racconto cede, non senza un tentativo di suicidio successivo alla scoperta che la madre aveva un amante. La madre si giustifica così di fronte alla figlia (p. 60):

"Quando una è solo una domestica, una povera donna con cinquanta franchi di risparmi, bisogna saper trarsi d'impaccio, se non si vuol crepare come una morta di fame; e non vi sono altri modi, per noi, non ve n'è un altro, capisci? [...] Non possiamo fare fortuna, noi serve, con speculazioni in borsa: abbiamo solo il nostro corpo, nient'altro che il nostro corpo".

Corpo e denaro, necessità e sopravvivenza, avidità e desiderio di avanzamento sociale: nuclei ricorrenti in Maupassant come lo sono le motivazioni materiali in altri suoi racconti di guerra e di pace.

Il tentativo di suicidio di Yvette è patetico perché beve cloroformio, che invece di ucciderla le provoca uno stato di rilassamento in funzione del quale cade preda più facile di Servigny quando questi le fa visita per cercare di farla rinvenire (p. 79):

"Tacquero. La guardava; la ragazza aveva negli occhi qualcosa di tenero, di languido; e a un tratto sollevò le braccia come se volesse attirarlo a sé. Egli si chinò su di lei, sentendosi chiamato, e le loro labbra si unirono.
Restarono così a lungo, a occhi chiusi".

Pietá residua per la gioventù di Yvette e per le illusioni: si è data augurandosi che Servigny le voglia bene, spera nell'amore; ma il racconto si conclude con lui che canta: "La donna è mobile / qual piuma al vento" (p. 80). Con quel cinismo, con quel disprezzo. La femminilità di Yvette e la sua tenerezza sono rispettate per via di questo contrasto di aspettative tra i due amanti.

Lei d'ora in poi che futuro avrà? Le storie che lasciano un argine di umanità danno qualcosa. Come il racconto di una verità che magari irrita perché si discorda dal punto di vita del narratore e si sarebbe voluto modificarlo, essendosi immedesimati in un personaggio e mascherando tale predisposizione non letteraria dell'esperienza di vita con discorsi sulla tecnica narrativa, sull'abilità dell'autore, sul linguaggio: senza i quali, peraltro, il racconto non esisterebbe e la reazione psicologica del lettore nel vissuto sarebbe negata.


[Roberto Bertoni]