11/04/19

Riccardo Bacchelli, LA CITTÀ DEGLI AMANTI


["That city including occasional old-fashioned buildings..." (Spezia 2018). Foto Rb]


Riccardo Bacchelli, La Città degli Amanti. I ed. 1960. Milano, Oscar Mondadori, 1966


Questo romanzo semiutopistico si presenta dichiaratamente come “una favola” e s’iscrive “nell’atlante dei sogni e degli errori” (p. 7), con una dedica piuttosto centrata a Swift, Bernardin de Siant-Pierre e Bartoli.

Del primo ritroviamo nel testo la satira dei costumi, del secondo forse l’innamoramento più che la descrizione della natura, e del terzo il gusto per i popoli altri.

Viene inoltre citata in epigrafe un’affermazione di Baudelaire: “Dirò che è un libro di mera arte, di scimmiottatura, giullaresco; e mentirò come un cavadenti” (p. 9).

C’è in effetti un elemento giullaresco, nella scelta fantasiosa dei nomi dei personaggi: Eustachius Vandenpeereboom, pittore e amante non ricambiato di una donna conosciuta in guerra in Francia; Titus Tubalcain Pankoucke, milionario che fonda, finanziandola, la città degli amanti negli USA, innamorato di Dorotea, la sua segretaria, che riuscirà a condurre a nozze solo alla fine del romanzo; Enrico De Nada, napoletano coinvolto dapprima in un matrimonio sfortunato e poi, nella fuga da Caporetto, innamoratosi della nobile e moralmente retta Cecchina Gritti, che accetta di vivere con lui pur non maritandosi per la sincerità dei sentimenti che prevale sulle convenzioni sociali.

La storia di De Nada e Cecchina occupa la parte centrale e quella finale del libro. In quella centrale, il registro “giullaresco” cede il passo alla narrazione storica, col disastro di Caporetto descritto realisticamente nei particolari di truppe sbandate, trincee abbandonate, ritirata verso il Piave, combattimenti contro gli Austriaci lanciati all’inseguimento. Si asseconda in questa parte anche il romanzo sentimentale, raccontato con delicatezza di affetti e semplicità.

La satira prevale nelle pagine sulla Città degli Amanti propriamente detta, fondata per dare ai vari tipi di amanti, siano essi delusi, soddisfatti, solitari, sodali o altro, dei luoghi di soggiorno e di individuazione delle tematiche che più a ciascuno si confacciano. La città, gestita dal manager Gervasio Pisciavino, si trasforma col tempo in un campo turistico con qualche nota anche di decadenza etica (contrastata dal convento confinante di frati predicatori), finché decade.



[Roberto Bertoni]