["Life as an interval with people sitting for a while..." (Pisa 2018). Foto Rb]
Raffaello Baldini, Piccola antologia in lingua italiana. A cura di Daniele Benati ed Ermanno Cavazzoni. Con un’intervista
all’autore. Macerata,
Quodlibet, 2018
Raffaello Baldini (1924-2005) scrisse poesie nel
dialetto romagnolo del suo luogo natìo, Santarcangelo. Le traduzioni in
italiano comprese in questo volume sono dell’autore.
Si tratta di componimenti di lunghezza
variabile, su temi universali come gli affetti e specifici come la burocrazia.
Una vena risentita in certi casi e spesso ironica caratterizza invettive e
domande sul perché del mondo e dello stare al mondo. L’effetto di naturalezza e
spontaneità, per usare due concetti adoperati da Baldini (p. 89) e “una
continua voce monologante” come la definisce Benati (p. 91) sono elementi
ricorrenti.
Benati sottolinea l’importanza di Baldini nella
storia letteraria: “Un grande poeta italiano che anziché scrivere in italiano
ha scritto in dialetto” (p. 100); “le sue poesie […] sono un punto d’incontro
tra diversi generi: quello poetico, quello narrativo e quello teatrale” (p.
101); Baldini si potrebbe paragonare a Beckett per l’“uso frammentario delle
parole” (p.104).
Ci ha anche colpito, fin dagli esordi, una
fenomenologia della normalità che rivela la perplessità dell’esistenza. Come in
questo testo intitolato 1938 (p. 9):
La maestra di Sant’Ermete
delle volte, il pomeriggio,
si chiude in camera e accende una Giubek.
Non fuma.
Sdraiata sul letto
la guarda consumarsi.
Le piace l’odore.
Delle volte le viene da piangere.
[Roberto Bertoni]