Sebbene
si tenga discosto dalle tematiche della guerra civile e dell’occupazione
giapponese, accennati soltanto e non al centro della narrazione, questo romanzo
sentimentale ambientato nella Cina degli anni Trenta e Quaranta ha uno sfondo
sociale consistente nella delineazione della condizione femminile e nelle
differenze di classe.
È
incentrato sulle storie di vita di vari personaggi uniti da amicizia o legami
parentali. La protagonista è Manzhen della famiglia Gu, ragazza avvenente e con
una mentalità moderna, che un destino infausto stacca dall’amato Shijun della
famiglia Shen. La sorella di lei, Mansu, infatti, che in passato, per mantenere
la famiglia, aveva fatto l’entreneuse,
sposata ora con il nuovo ricco Hongstai, per mantenere in piedi questo matrimonio
d’interesse, notata l’infatuazione del marito per la cognata, collabora al suo
tentativo di seduzione, che si risolve in violenza sessuale. Il progetto è di far
partorire Manzhen e darle lo status di concubina. Manzhen riesce a sfuggire
dopo mesi di sequestro in casa, che hanno provocato l’allontanamento di Shijun
e il suo matrimonio con una ricca ereditiera, che a sua volta, innamorata di
Shuichi, il migliore amico ddi Shijun, sposa quest'ultimo quando Shuichi, di classe
sociale piccolo borghese, emigra negli Stati Uniti, consapevole di non poterle garantire gli agi di cui ha bisogno. Alla morte di Mansu, Manzhen decide di
occuparsi del figlio e sposa, a tal fine, Hongstai, dal quale, per l'infedeltà
e la mancanza d’amore di lui nei suoi confronti, divorzierà anni dopo. Il romanzo, che
narra anche le storie di altri personaggi, quasi tutti interrelati, si conclude
con gli incontri infine chiarificatori, ma non risolutivi degli amanti mancati,
la cui vita continua come si è ormai disposta.
Le
reticenze e verità solo accennate creano equivoci mentre mantengono un’apparenza
di coesione familiare in cui il non detto evita lo scontro frontale mentre
sullo sfondo la violenza e l’ingiustizia di “this unfair society of ours”
irretiscono l’espressione dei sentimenti sinceri:
“The truth is that women
raised in the old way […] when it came to pretending they were top-notch. They
were so used to keeping a tight rein on their own feelings that self-suppression
was nothing to them, Pretending to be deaf and dumb was second nature, it took
no effort at all”.
“There’s always a gap between the
rich and the poor”, si legge nel romanzo. Chang assegna
autenticità più ai meno abbienti che ai ricchi, nondimeno è proprio sul terreno
dell’amore che anche questi ultimi sono costretti a misurarsi con l’infelicità,
Interessanti
i consumi cosmopoliti e modernizzati della famiglia più doviziosa, che a un
certo punto, nella Shanghai del benessere, comprende anche caffè italiano
prodotto tramite una Moka e una tovaglia di lino irlandese, prodotti di lusso d’importazione.
Il
romanzo è narrato con fluidità e spesso per flussi di discorso indiretto libero.
[Roberto
Bertoni]