13/06/17

Joseph E. Stiglitz, THE PRICE OF INEQUALITY

2012. Londra, Penguin, 2013

Per quanto le soluzioni proposte dall’autore (quali la tassazione progressiva e la ripresa della competitività) per risolvere il problema dell’inuguaglianza siano di stampo liberale e motivate a rimettere in movimento l’economia oltre che a proteggere gli strati meno privilegiati della popolazione, questa indagine sull’inuguaglianza, ormai quasi un classico sebbene recente, si rivela utile e ben articolata.

Citando un articolo dell’Economist, Stiglitz nota che l’inuguaglianza è arrivata al punto da essere inefficiente rispetto alle prospettive di crescita.

L’aumento dell’inuguaglianza significa anche mancanza di opportunità, di una rete di protezioni sociali e di un’austerità crescente e incombente. Stiglitz osserva giustamente che l’austerità non ha mai contribuito a risolvere il problema della crescita economica. Negli USA, così come in Europa, a partire dalla crisi del 2008, sono state attuate misure di austerità che hanno bloccato il meccanismo economico e sociale, impoverendo i già poveri ma anche le classi medie.

La globalizzazione, per come si è attuata, ha ulteriormente contribuito a produrre inuguaglianza.

L’inizio della nuova fase viene fatto risalire al periodo Reagan con la detassazione dei vertici finanziari e dei grandi capitali e la destabilizzazione del mercato del lavoro.


[Roberto Bertoni]