2012.
Londra, Penguin, 2013
Per quanto le soluzioni proposte dall’autore (quali
la tassazione progressiva e la ripresa della competitività) per risolvere il
problema dell’inuguaglianza siano di stampo liberale e motivate a rimettere in
movimento l’economia oltre che a proteggere gli strati meno privilegiati della
popolazione, questa indagine sull’inuguaglianza, ormai quasi un classico
sebbene recente, si rivela utile e ben articolata.
Citando un articolo dell’Economist, Stiglitz nota che l’inuguaglianza è arrivata al
punto da essere inefficiente rispetto alle prospettive di crescita.
L’aumento dell’inuguaglianza significa anche
mancanza di opportunità, di una rete di protezioni sociali e di un’austerità
crescente e incombente. Stiglitz osserva giustamente che l’austerità non ha mai
contribuito a risolvere il problema della crescita economica. Negli USA, così
come in Europa, a partire dalla crisi del 2008, sono state attuate misure di
austerità che hanno bloccato il meccanismo economico e sociale, impoverendo i
già poveri ma anche le classi medie.
La globalizzazione, per come si è attuata, ha ulteriormente
contribuito a produrre inuguaglianza.
L’inizio della nuova fase viene fatto risalire al
periodo Reagan con la detassazione dei vertici finanziari e dei grandi capitali
e la destabilizzazione del mercato del lavoro.
[Roberto Bertoni]