[What is in their future? (Hong Kong 2016). Foto Rb]
AA. VV., Le Monde en 2035. Sottotitolo: Le Paradox du Progrès. Parigi, Equateurs,
2017
Questo volume,
di vari autori, è patrocinato dalla CIA, che compare fin dalla copertina,
sebbene si presenti come una rassegna indipendente di previsioni sul futuro
prossimo, dichiari di non coincidere con le politiche governative statunitensi
e comprenda i contributi di esperti e docenti universitari.
I punti più
evidenziati sono, un po’ ovunque sul pianeta, l’impoverimento delle classi medie
nei paesi sviluppati e la loro espansione nei paesi in via di sviluppo, nonché
l’evoluzione delle tecnologie che prevedibilmente ridurrà in modo significativo
il numero di persone con un lavoro. Ciò in concomitanza con l’invecchiamento
globale della forza lavoro, la presenza del terrorismo e le emergenze
ambientali.
La
diminuzione del benessere delle classi medie nei paesi sviluppati e l’ineguaglianza
dei redditi dimostrano che “in Occidente, i costi della liberalizzazione dei
mercati hanno superato i vantaggi” (p. 39).
Tra i paesi
fondamentali nel quadro politico mondiale, la Cina attraversa un periodo in cui
viene messa alla prova la stabilità. Sebbene possieda risorse sufficienti per
un ulteriore crescita, il progetto di accrescere il volume del consumo interno,
espandendo di conseguenza la classe media e al fine di rilanciare la crescita sostenuta
del recente passato, non è detto che possa avverarsi nei decenni a venire con
facilità (p. 72).
Il rapporto
ritiene che Russia e Cina continueranno a ritenersi “leader delle rispettive
zone di influenza” a livello economico e politico (p.74).
Quanto alla
Corea, viene espressa preoccupazione che si possano verificare conflitti per
quanto Seoul, Beijing, Tokio e Washington abbiano interesse a contenerli (p.
76).
[Roberto
Bertoni]