[Greetings from the cartoon world behind a shop-window (Hong Kong 2016). Foto Rb]
Jung Dae Jung, W (더블유). Serie coreana in
16 episodi, 2016. Testo di Song Jae Jung. Con
Han Hyo Joo, Jeong Eugene, Kim Eui Sung, Lee Jong Suk, Lee Si Un, Nam Gi Ae, Park
Won Sang
Il testo di questa serie televisiva è stato scritto da
Song Jae Jung, autrice anche delle sceneggiature di viaggi attraverso il tempo
in Nine (나인: 아홉 번의 시간여행), storia di ritorni magici al passato per recuperare il
fratello deceduto di un giornalista coreano in Nepal; e Queen In Hyun’s Man (인현왕후의 남자), in cui si dà l’ingresso di un aristocratico di tre secoli
fa nel presente.
In W, Kang Chul è protagonista di un fumetto in rete (webtoon)
scritto da Oh Sung Moo, la cui figlia Oh Yeon Joo, medico che svolge un
internato in chirurgia, si trova catapultata nel mondo parallelo del fumetto
per salvare la vita al protagonista. Quel mondo è in tutto simile a quello concreto, con persone in carne e ossa e dettagli geografici corrispondenti alla
Seoul reale, per quanto mutati in modi e talora in funzioni a seconda di come
sono disegnati negli episodi del webtoon.
L’intreccio è denso e comprende colpi di scena e variazioni, ma le linee
principali sono tre: il rapporto tra i personaggi del mondo reale e quelli del
mondo fittizio con trasferimenti di entrambi dall’uno all’altro; l’ostilità del politico
corrotto Han Chul Ho verso Kang Chul; la ricerca da parte di quest’ultimo dell’assassino
della propria famiglia. Dopo varie avventure, tra cui la morte e ritorno di
alcuni protagonisti nel webtoon e l’innamoramento
dell’eroina del mondo reale per l’eroe del mondo immaginario, si assiste a una
riscrittura del fumetto nel finale con un futuro possibile per alcuni
personaggi nella Seoul geograficamente esistente.
Al di là dello sfruttamento commerciale di un genere, il webtoon,
popolare in Corea del Sud, e le consuete traversie e complicazioni della serie coreana,
ci ha colpito, su un piano non banale e anzi cólto, soprattutto un’intelligente ironia sui due mondi
paralleli, di stampo postmoderno, e una serie di riflessioni di stampo moderno
primonovecentesco sulla ribellione dei personaggi all’autore. In W, i personaggi dialogano con l’autore,
soffrono della loro inesistenza quando la scoprono a contatto col mondo reale,
accusano chi li ha costruiti di averli immessi in un mondo di sofferenza, come i
pirandelliani Sei personaggi; e si
rapportano all’autore, imponendogli cambiamenti di testo a loro favore come in At-Swim-Two-Birds di Flann O’Brien. Anche
il concetto di immedesimazione viene preso in considerazione, col paradosso del
passaggio della protagonista nel mondo del fumetto e dell’innamoramento.
La scelta di scrivere opere di fantasy, ricorrendo ai mondi paralleli e ai paradossi temporali
senza bisogno di giustificare i passaggi con strumenti magici o scientifici, al
contrario di quanto accadeva nelle sue precedenti sceneggiature, è spiegata
dall’autrice con un mutamento nei gusti del pubblico:
“Around ten years ago, [portraying] realistic and
scientific logic were important issues. Now I wonder if people aren’t a little
tired of it. In a way, you’re dramatically entering a world without logic - even
though there’s no probability of that occurring. The logic is already there in
your head. I think we’ve moved into an era where it is more important to choose
what to show visually [versus the context]. When I was writing Queen
In-hyun’s Man, there were still many questions as to whether things made
sense. Now that we arde in an age of fantasy, even if you don’t tell [viewers]
explicitly, [they] know. [Writers] don’t have to describe stuff like talismans;
[viewers] understand and move along. I realized [a world like] W was
already in [the viewers’] heads. Fantasy is at that level now. Even if you
don’t explain everything, the positive response is high.” [1]
Si tratta di un testo al contempo tragicomico di letteratura di massa e letterariamente
valido.
NOTE
[1] “Looking for
answers from W writer Song Jae Jung”, Dramabeans, 24-9-2016.
[Roberto
Bertoni]