27/02/17

Jung Dae Jung, W (더블유)





            [Greetings from the cartoon world behind a shop-window (Hong Kong 2016). Foto Rb]


Jung Dae Jung, W (더블유). Serie coreana in 16 episodi, 2016. Testo di Song Jae Jung. Con Han Hyo Joo, Jeong Eugene, Kim Eui Sung, Lee Jong Suk, Lee Si Un, Nam Gi Ae, Park Won Sang


Il testo di questa serie televisiva è stato scritto da Song Jae Jung, autrice anche delle sceneggiature di viaggi attraverso il tempo in Nine (나인: 아홉 번의 시간여행), storia di ritorni magici al passato per recuperare il fratello deceduto di un giornalista coreano in Nepal; e Queen In Hyun’s Man (인현왕후의 남자), in cui si dà l’ingresso di un aristocratico di tre secoli fa nel presente.

In W, Kang Chul è protagonista di un fumetto in rete (webtoon) scritto da Oh Sung Moo, la cui figlia Oh Yeon Joo, medico che svolge un internato in chirurgia, si trova catapultata nel mondo parallelo del fumetto per salvare la vita al protagonista. Quel mondo è in tutto simile a quello concreto, con persone in carne e ossa e dettagli geografici corrispondenti alla Seoul reale, per quanto mutati in modi e talora in funzioni a seconda di come sono disegnati negli episodi del webtoon. L’intreccio è denso e comprende colpi di scena e variazioni, ma le linee principali sono tre: il rapporto tra i personaggi del mondo reale e quelli del mondo fittizio con trasferimenti di entrambi dall’uno all’altro; l’ostilità del politico corrotto Han Chul Ho verso Kang Chul; la ricerca da parte di quest’ultimo dell’assassino della propria famiglia. Dopo varie avventure, tra cui la morte e ritorno di alcuni protagonisti nel webtoon e l’innamoramento dell’eroina del mondo reale per l’eroe del mondo immaginario, si assiste a una riscrittura del fumetto nel finale con un futuro possibile per alcuni personaggi nella Seoul geograficamente esistente.

Al di là dello sfruttamento commerciale di un genere, il webtoon, popolare in Corea del Sud, e le consuete traversie e complicazioni della serie coreana, ci ha colpito, su un piano non banale e anzi cólto,  soprattutto un’intelligente ironia sui due mondi paralleli, di stampo postmoderno, e una serie di riflessioni di stampo moderno primonovecentesco sulla ribellione dei personaggi all’autore. In W, i personaggi dialogano con l’autore, soffrono della loro inesistenza quando la scoprono a contatto col mondo reale, accusano chi li ha costruiti di averli immessi in un mondo di sofferenza, come i pirandelliani Sei personaggi; e si rapportano all’autore, imponendogli cambiamenti di testo a loro favore come in At-Swim-Two-Birds di Flann O’Brien. Anche il concetto di immedesimazione viene preso in considerazione, col paradosso del passaggio della protagonista nel mondo del fumetto e dell’innamoramento.

La scelta di scrivere opere di fantasy, ricorrendo ai mondi paralleli e ai paradossi temporali senza bisogno di giustificare i passaggi con strumenti magici o scientifici, al contrario di quanto accadeva nelle sue precedenti sceneggiature, è spiegata dall’autrice con un mutamento nei gusti del pubblico:

“Around ten years ago, [portraying] realistic and scientific logic were important issues. Now I wonder if people aren’t a little tired of it. In a way, you’re dramatically entering a world without logic - even though there’s no probability of that occurring. The logic is already there in your head. I think we’ve moved into an era where it is more important to choose what to show visually [versus the context]. When I was writing Queen In-hyun’s Man, there were still many questions as to whether things made sense. Now that we arde in an age of fantasy, even if you don’t tell [viewers] explicitly, [they] know. [Writers] don’t have to describe stuff like talismans; [viewers] understand and move along. I realized [a world like] W was already in [the viewers’] heads. Fantasy is at that level now. Even if you don’t explain everything, the positive response is high.” [1]

Si tratta di un testo al contempo tragicomico di letteratura di massa e letterariamente valido.


NOTE

[1] “Looking for answers from W writer Song Jae Jung, Dramabeans, 24-9-2016.




[Roberto Bertoni]