[Black Cloud in Blessington (2014). Foto Rb]
Versi che scrivo d’inedia resistono ottusi,
salto
passato remoto che fissa l’eco dell’esperienza
Eternamente
apro ogni volta quel poco mondo
che
disabito con lo sguardo.
Risuonano
nel buio quartine di nuvole nere
discendono
nella carta suoni incatramati
distendono
bitume, battono corde negate
finché
si assiepa un urlo pronto a spalancare
il
caos nella pagina bianca.
Sto
dalla parte di quello che origina lampi feriti
accoltellato
da inspirazioni capricciose,
innegabile
vanità condannata
dai
muscoli della perfezione che non sorridono
slaccio
la memoria a cui devo una risata intera,
in mezzo l’odio serve l’ombra che non smette
d’influenzarci con il
sapere.