[Hanoi Fine Art Museum, 2017. Foto Rb ]
Sullo scorso numero
abbiamo svolto qualche considerazione sull’orientalismo di Butterfly in sue
manifestazioni in Long, Loti, Puccini, Franklin.
Anche Miss Saigon, il musical di C.-M.
Schönberg e A. Boubil, in cartellone a Broadway dal 1991 al 2001, è una
riscrittura del medesimo testo.
Questa volta siamo in
Vietnam, al tempo della guerra americana, ovvero la II guerra d’Indocina. Kim, la ragazza protagonista, viene cooptata in
un bar equivoco di Saigon, dove conosce Chris, un soldato che inizialmente
appare pietoso, ma costretto a fuggire dal Vietnam per gli eventi bellici,
senza Kim che pure aveva cercato di portare con s, non vi fa ritorno, né la
cerca contro le speranze di lei che perdurano tre anni dopo la fine della
guerra, anzi come in Puccini si sposa con una donna di nome Ellen. Questa
volta, seguendo vari eventi e l’amicizia di un vietnamita nel 1978, tre anni dopo l’unificazione
del paese, Butterfly-Kim, rifiutata la corte di un funzionario comunista,
ripara a Bangkok, dove ritrova l’amato proveniente dall’America e messo sulle
sue tracce, infine si suicida affidando il figlio a Chris e alla moglie di lui
come in Franklin.
La musica è moderna,
la storia ha sfondi politici, ma l’eterno archetipo si rinnova una volta di
più, nutrendosi ancora una volta di orientalismo.
[Roberto Bertoni]