01/02/16

Catherine Gomes, MULTICULTURALISM THROUGH THE LENS

[Chinatown (Singapore 2015). Foto Rb]


Catherine Gomes, Multiculturalism through the Lens: A Guide to Ethnic and Migrant Anxieties in Singapore, Singapore, Ethos Books, 2015


Attraverso l’analisi di alcuni film singaporiani, Gomes mette in luce aspetti della società, soprattutto il multiculturalismo, che è alla base dell’etica dello Stato e dei comportamenti quotidiani della cittadinanza, ma anche l’avversione recente, da parte di alcuni settori della popolazione, nei confronti dell’immigrazione.

Tra i numerosi film citati, si ricorderanno qui I Not Stupid di Xiaohai Bu Ben (2002), 12 Storeys di Eric Khoo (2005), Invisibe City di Tan Pin Pin (2007).

Dalle analisi di questi e altri film emergono le contraddizioni di una società al contempo articolata su una cultura materiale florida e proiettata nella modernità e nel futuro e un “conservatism […] rooted in cultural values and traditions that are tied to ethnicity and religion” (p. 49).

All’autrice interessa in particolare la configurazione interetnica, che racchiude il paradosso in base al quale, in un Paese in cui il multiculturalismo è al centro dell’identità nazionale e parte essenziale del curriculum scolastico come pure del sistema legale, i singaporiani “do not have much contact or socialize with people outside their own immediate communal group” (p. 57).

La tendenza dei film ideati e prodotti sull’Isola è quella di “reducing ethnicity to simplistic and non-threatening representations” (p. 59).

Affiora però anche una difficoltà dei Singaporiani di lunga data a rapportarsi coi nuovi immigranti, sia i lavoratori di paesi circonvicini pervenuti a Singapore per svolgere lavori domestici (come denuncia il film Maid di Melvin Tonmg, del 2005) o nel campo dell’edilizia ma talora oggi visti come una minaccia per l’impiego dei residenti sebbene la maggioranza non aspiri a occupazioni di questo tipo, sia verso neo-residenti di alto profilo, quali lattrice Gong Li e l’attore Jet Li, percepiti come nuovi ricchi che utilizzano le strutture della città-Stato più che apportare un contributo maggiormente significativo alla compagine sociale.

La nostalgia per Singapore com’era in passato, spiega Gomes, è un motivo anch’esso proprio della cinematografia singaporiana recente ed è motivata dalla rapida trasformazione del Paese nel contesto cosmopolita della globalizzazione.


[Roberto Bertoni]