Catherine Gomes, Multiculturalism through the Lens: A Guide to Ethnic and Migrant Anxieties in Singapore, Singapore, Ethos Books, 2015
Attraverso l’analisi di alcuni film singaporiani, Gomes
mette in luce aspetti della società, soprattutto il multiculturalismo, che è
alla base dell’etica dello Stato e dei comportamenti quotidiani della cittadinanza,
ma anche l’avversione recente, da parte di alcuni settori della popolazione,
nei confronti dell’immigrazione.
Tra i numerosi film citati, si ricorderanno qui I Not Stupid di Xiaohai Bu Ben (2002), 12 Storeys di Eric Khoo (2005), Invisibe City di Tan Pin
Pin (2007).
Dalle analisi di questi e altri film emergono le contraddizioni di una società al contempo articolata su una cultura materiale
florida e proiettata nella modernità e nel futuro e un “conservatism […] rooted
in cultural values and traditions that are tied to ethnicity and religion” (p.
49).
All’autrice interessa in particolare la configurazione
interetnica, che racchiude il paradosso in base al quale, in un Paese in cui il
multiculturalismo è al centro dell’identità nazionale e
parte essenziale del curriculum scolastico come pure del sistema legale, i
singaporiani “do not have much contact or socialize with people outside their
own immediate communal group” (p. 57).
La tendenza dei film ideati e prodotti sull’Isola è quella di “reducing
ethnicity to simplistic and non-threatening representations” (p. 59).
Affiora però anche una difficoltà dei Singaporiani di
lunga data a rapportarsi coi nuovi immigranti, sia i lavoratori di paesi
circonvicini pervenuti a Singapore per svolgere lavori domestici (come denuncia
il film Maid di Melvin Tonmg, del
2005) o nel campo dell’edilizia ma talora oggi visti come una minaccia per l’impiego
dei residenti sebbene la maggioranza non aspiri a occupazioni di questo tipo,
sia verso neo-residenti di alto profilo, quali l’attrice Gong Li e l’attore Jet
Li, percepiti come nuovi ricchi che utilizzano le strutture della
città-Stato più che apportare un contributo maggiormente significativo alla
compagine sociale.
La nostalgia per Singapore com’era in passato, spiega
Gomes, è un motivo anch’esso proprio della cinematografia singaporiana recente
ed è motivata dalla rapida trasformazione del Paese nel contesto cosmopolita
della globalizzazione.
[Roberto Bertoni]