17/05/15

Yoko Kawaguchi, JAPANESE ZEN GARDENS


Photographs by Alex Ramsay. Londra, Francis Lincoln, 2014


Oltre a essere un volume piacevole da sfogliare, corredato da immagini funzionali ad avere un’idea del giardino Zen oltre che di gradevole fruizione per le simmetrie delle forme, i colori, la tecnica, si tratta di un testo che, nella parte saggistica, fornisce notizie storiche sui vari giardini esaminati, molti dei quali vennero concepiti in periodi di tumulto della storia giapponese, fornendo un contrasto palese con gli eventi sociali.

Il giardino Zen, come pure il giardino della cerimonia del tè, sono luoghi di contemplazione pacifica, di realizzazione della bellezza, di valore artistico, in cui la natura, per esempio le pietre poste in luoghi strategici, si accompagna all’artificio delle prospettive, all’ordine opposto al caos del mondo . In parte, il giardino Zen è un rifugio che facilita l’oblio del passato e dell’ansia nei confronti del futuro.
Più profondamente, il giardino Zen è un percorso tra scene, in cui ogni elemento ha una valenza simbolica, talora non completamente attribuibile con precisione: o perché si sono perse le connotazioni iniziali ideate da chi l’ha progettato secoli fa, o perché il significato è aperto a interpretazioni molteplici.

Alcuni elementi hanno simbologie abbastanza fisse. La sabbia rastrellata indica nel colore bianco la purezza e nei solchi il mare calmo ora e ora mosso, che a sua volta rimanda all’agitazione della vita da superarsi tramite la meditazione e il processo di acquisizione degli strumenti che conducono alla scoperta della Buddhità e all’illuminazione. Alcune pietre simbolizzano il monte Meru, sacro al Buddhismo e immaginato come centro della cosmologia di questa religione. Altre pietre rappresentano, con la loro posizione, altezza e disposizione, Buddha e i discepoli (di solito due). Una pietra verticale può indicare una cascata, con una pietruzza al di sopra che è emblema di una carpa diretta controcorrente verso la sorgente della luce e della spiritualità. Il ponte divide le passioni dalla serenità. Le forme della tartaruga e della gru allegorizzano l'eternità. E così di seguito.

Luoghi di serenità, d’arte, di acquietamento, di spiritualità.


[Roberto Bertoni]