Sally B. King, Socially Engaged Bouddhism. Honolulu, University of Hawai’i Press, 2009
Come il Buddhist Reader recensito sul numero scorso di Carte
allineate, anche il volume di King prende in considerazione la dimensione
impegnata del Buddhismo.
King nota che si tratta di un movimento non
centralizzato e pluralista che si impegna socialmente in modo non violento. Osserva
che se il Buddhismo non avesse niente da dire sulle questioni della povertà,
della guerra, dell’ecologia e così di seguito, soprattutto pensando ai paesi
asiatici nei quali si è sviluppato, non avrebbe quasi una giustificazione
sufficiente per esistere.
Tra i protagonisti delle istanze più impegnate
cita il Dalai Lama e Thich Nhat Hanh, ma anche il cambogiano Somdech Preah
Maha, Aung San Suu Kyi, Cheng Yen e altri buddhisti asiatici oltre che alcuni
rappresentanti dell’impegno occidentale.
L’impegno nasce dal concetto di compassione, che
sembrerebbe confliggere con quello di non attaccamento materiale, mentre in
realtà questi due aspetti si integrano a vicenda.
I diritti umani sono tra i temi del Buddhismo
impegnato. Uno dei campi di maggiore risonanza è quello della guerra e del conflitto
globale, cui il pacifismo buddhista si oppone naturalmente nei propri precetti
etici, ma nel Buddhismo impegnato ha assunto un rilievo particolare,
soprattutto in relazione alle guerre del Sud-Est asiatico e soprattutto fin
dalla guerra del Vietnam.
Tra le tematiche più recenti del Buddhismo
impegnato c’è quella della liberazione femminile accanto a un riconsiderazione
dei rapporti interpersonali in generale nella modernizzazione crescente sia in
Oriente che in Occidente.
[Roberto Bertoni]