21/12/14

Anna Maria Ortese, IL MARE NON BAGNA NAPOLI


["That sea was so very far away from Naples, yet the sea is one in all places..." (Killiney 2014). Foto Rb]


Lontano dall’aderire ad un modello specifico, Anna Maria Ortese è un profilo di intellettuale anticonformista, per la quale la scrittura, non solo narrativa, ma anche giornalistica, rappresenta uno strumento di riflessione su se stessa e sul reale. Nel momento in cui si approccia alla realtà, l’autrice trasferisce il suo stato interiore sullo scenario che ha di fronte, percependo nell’animo una costante sofferenza e un irrefrenabile senso di sradicamento destinato a non trovare pace.

Gli articoli giornalistici non si limitano a ritrarre spaccati di vita quotidiana e non sono semplici resoconti di fatti di cronaca: lo sguardo vaga ed esplora ogni meandro del paesaggio, alla ricerca di colori, di luce e l’udito è sempre attento a distinguere i vari suoni nel grande silenzio del mondo.

Il mare non bagna Napoli, una raccolta edita nel 1953 presso Einaudi, rappresenta un valido strumento per conoscere la Ortese giornalista. L’opera è un autentico ritratto del capoluogo partenopeo dell’epoca, analizzato sotto diversi punti di vista. L’intento alla base del lavoro sarebbe stato quello di scolpire l’immagine della condizione meridionale dopo la guerra. Riemerge in tutta la sua forza, quindi, la volontà di avviare una riflessione sul luogo, depurata da ogni falsa credenza e capace di svelare le reali caratteristiche dell’atmosfera napoletana.

I vari testi della raccolta richiamano l’idea della mancanza di vita del territorio campano e dei suoi componenti ed esprimono la presa di coscienza, da parte dell’autrice, di un pesante degrado esistenziale, tramite una scrittura riflessiva impreziosita da una serie di simbologie e dalla combinazione di giornalismo e letteratura. Anna Maria riferisce ogni singolo incontro fatto ed ogni avvenimento accaduto nei suoi pellegrinaggi per la città, intrecciando elementi tipici della cronaca con minuziosi particolari riguardanti ambienti e personaggi. Nonostante l’originalità del testo, la critica non riconobbe questa nuova scrittura giornalistica così intrecciata ad una certa letterarietà, né comprese il significato profondo della parola ortesiana.


[Arianna Ceschin]