15/10/14

Ren Peng, THE DESTINY

[Like the flow of destiny... (Dublin 2014). Foto Rb]


Cina 2014. Con Shen Kyuyu, Shen Tao, Wan Huan, Zhang Enqi


Stranamente intitolato The Destiny in inglese, con quell’improbabile articolo, ambientato nella provincia dello Zhejiang, in parti storiche di canali e case affacciate sui fiumi, oggi probabilmente circondate dall’urbanizzazione della modernità cinese, questo film è ben costruito, filmato con sensibilità fotografica, esprime un accostamento piuttosto lirico al passato, non rimpiangendone gli aspetti negativi di subalternità femminile, per esempio, quanto quelli di un sistema di vita preindustriale, facendosi quindi portavoce di una nostalgia postmoderna per quanto lo sviluppo rapido ha cancellato o attenuato.

La storia è narrata dalla cognata adolescente della protagonista Yulian, una giovane destinata in sposa a Mingxuan, uno studente che non ha mai conosciuto di persona. Il giorno del matrimonio, il futuro sposo scompare prima di sposarsi. Già convocati gli ospiti e pervenuta la ragazza alla casa dei suoceri nella quale vivrà, le due famiglie decidono di concludere comunque la cerimonia, facendo prendere il posto dello sposo al fratello di questi, Minghao in rappresentanza dello sposo reale. Yulian prende così posto nella casa del marito, apprezzata e trattata con considerazione da tutti per il suo carattere dolce e remissivo e l’atteggiamento altruista. La suocera stessa è dalla sua parte e non comprende le motivazioni del figlio, che si vengono a sapere solo dopo qualche tempo: arruolatosi nell’esercito nazionalista antigiapponese, ha preso per moglie un’altra donna e, allontanandosi, sperava che il matrimonio con Yulian sarebbe stato annullato. Muore in battaglia, al che la seconda moglie va a vivere nella casa dei suoceri perché è in attesa di un figlio. I rapporti tra le due mogli non si inaspriscono, ma nel frattempo Minghao si è innamorato di Yulian e dopo vari ostacoli i due ricevono il permesso di sposarsi. Tuttavia il giorno delle nozze, come già il fratello, Minghao scompare: si è anch’egli arruolato nell’esercito antigiapponese e Yulian lo aspetta.

Sul piano dell’intreccio, il punto debole è, ci pare, l’allontanamento di Minghao proprio quel giorno, non veramente giustificato da sequenze funzionali degli avvenimenti, ma forse dovuto a un meccanismo dell’inevitabilità melodrammatica di ripetizione del destino e di concrezione della simpatia umana nei confronti della protagonista oltre che allo scopo ideologico di suscitare adesione alla lotta antimperialista, che separa anche coloro che si amano.

La recitazione impeccabile di Shen Kyuyu rende credibile il personaggio di Yulian, conferendo un carattere struggente e sfumato che si accompagna positivamente alla ricostruzione accurata degli ambienti e dei gesti e riti antichi. È in conclusione un bel film.


[Roberto Bertoni]