[Mount Usher (Ireland 2014). Foto Rb]
Ken
Loach, Jimmy's Hall. Gran Bretagna, Irlanda, Francia, 2014. Con Simone Kirby, Jim Norton, Barry Ward.
L’approccio umanizzante di Loach alla definizione dei
personaggi gli consente un taglio non retorico, ma allo stesso tempo non pedissequamente
didattico sul piano politico, sebbene questo film sia senz’altro impegnato a
contestare l’atmosfera unilaterale delle ideologie dominanti in Irlanda, quelle della Chiesa e dello Stato,
dopo la guerra civile.
L’intreccio è piuttosto lineare. Jimmy Gralton,
personaggio realmente esistito, nel 1932, dopo essere stato dieci anni negli
Stati Uniti, riapre, nella Contea rurale di Leitrim, una sala gestita secondo
principi di libertà di pensiero e concezioni laburiste, disponibile all’intera
comunità locale per studiare, svolgere attività artigianali, ballare. La sala
dà fastidio all’establishment in
termini egemonici: si contrappone al controllo ecclesiastico sulla parrocchia e
viene tacciata di marxismo dai rappresentanti della neo-classe dominante. Ne
consegue la sua distruzione tramite un incendio a mano di immaginabili ignoti e
la deportazione (fatto storicamente veritiero) di Gralton negli Stati Uniti,
vietandogli il rientro in Irlanda, col pretesto burocratico che ha un
passaporto americano, quasi non fosse irlandese.
Si intesse all’interno del film la rappresentazione delle
due facce della comunità, quella perbenista e quella alternativa e
contestatrice.
Si affianca una storia d’amore ben tenuta in ambito tanto
romantico quanto realista.
Sia Barry Ward (Gralton) che Jim Norton (il parroco)
danno interpretazioni veramente degne di nota.
Vari attori sono non professionisti e guidati ottimamente
dal regista.
Ottima la ricostruzione degli ambienti, delle case
rurali, dell’atmosfera del tempo, della natura, della musica molto in evidenza
con jigs and reels tradizionali autentici e set dancing ben
eseguito.
È un film di parte, che riesce a rappresentare con
paradossale oggettività.
Ci è piaciuto.
[Roberto Bertoni]