27/04/14

Eugenio Borgna, LA DIGNITÀ FERITA


[Spring in Dublin (2014). Foto Rb]


Eugenio Borgna, La dignità ferita. Milano, Feltrinelli, 2013 (edizione Kindle)


È difficile non dare ragione a Borgna sul fatto che la dignità umana vada rispettata sempre e senza condizioni: “la dignità di una persona, il suo diritto al rispetto, sono assoluti e inviolabili: anche, e soprattutto, quando la sua fragilità e la sua debolezza, la sua indigenza e la sua desolazione, la sua perdita di ogni bene materiale, siano estreme”.

Ben delineata, dunque la metafora dell’“ombra” per delineare “dolore” e “tristezza dell’anima”, mentre il suo contrario è un aspetto della luminosità e della leggerezza, un recupero della dignità “riscattata dalle ferite che la lacerano e recuperata nei suoi orizzonti di senso”.

Dignità, dunque, nella trattazione di Borgna s’identifica con vari aspetti del comportamento e dello scavo interiore, come prevedibile nell’approccio da parte di uno psicologo, ma al contempo si inserisce in un panorama sociale.

Borgna insiste infatti sulla “gentilezza” e sulla “mitezza” in quanto valori, spesso ingiustamente considerati sorpassati o peggio inutili, che sono invece attuali perché legati al rispetto “in un mondo così facilmente portato, oggi, all’insensibilità e alla negazione del senso del sacrificio, all’indifferenza e all’intolleranza”.

Elementi, tutti che appaiono fondamentali anche nel campo della terapia con pazienti affetti per esempio da aggressività o da depressione. Il rispetto della dignità è fondamentale e “premessa alla prevenzione”, esattamente al contrario di quanto invece prevedeva la logica della “porte chiuse” nelle case di cura mentale di una volta.

Una parte della trattazione investe le migrazioni in massa, “il fenomeno dello sradicamento e della perdita delle radici”, la cui comprensione “non è possibile senza tenere presenti gli sconvolgimenti emozionali che ne conseguono”; da qui un’analisi della nostalgia; e sulle “maschere dell’ignoto”; infine, nell’ambito specifico dell’argomento del volume, la perorazione di tenere presente appunto la dignità dato che, anche verso i migranti, “ci sono infiniti modi, oggi, di ferire e sfregiare”.


[Roberto Bertoni]