[Protecting God (Nara 2013). Foto Rb]
Mamoru Oshii, SKY CRAWLERS. Titolo originale Sikai Kurora (スカイ・クロラ). Giappone,
2008. Sceneggiatura di Chihiro Itō, tratta da un romanzo di Hiroshi Mori.
Il motivo della manipolazione genetica ricorre nella
fantascienza dell’ultimo decennio, o quasi, dalla realtà parallela del mondo
dominato dagli automi con l’illusione umana di vivere in una realtà altra da
quella reale in Matrix (1999), al
recente Oblivion, fondato sul
medesimo assunto narrativo.
Nel film di animazione, il giapponese I cavalieri del cielo (per usare il
titolo della versione italiana) riprende il motivo, designando una pellicola d’impegno
in un’estetica cinematografica lenta e meditata, insolita per i film di
animazione ma non per il regista Oshii, che anche in questo caso insiste sulla
psicologia dei personaggi tramite le loro interazioni e mezze frasi, fino a
dare una spiegazione degli eventi misteriosi solo verso la fine.
La variante fantascientifica è quella di un gruppo di
giovani piloti dell’aeronautica militare, modificati geneticamente in modo da
non invecchiare mai e, se colpiti a morte, ricostruiti e rilanciati nella guerra
in corso per le abilità acquisite e la memoria, che viene ripresa quanto alle
competenze belliche, ma cancellata nel campo dei ricordi privati. Questi ultimi
riemergono, tuttavia, provocando crisi di identità e dolore. I due protagonisti
scoprono infatti, verso il termine del film, di avere lei ucciso l’innamorato
in quella che si potrebbe definire una vita precedente e lui il padre in un
combattimento mortale.
Ci sono vari altri temi sociali connessi a quello
sopra delineato. In particolare si tratta di una dichiarazione contro la
guerra, allegorizzata dal fatto che essa non è motivata in questa pellicola da
ragioni economiche o politiche, bensì da puri fattori di rapacità delle imprese
produttrici d’armi che creano la propaganda e le condizioni per obliterare la
coscienza dei cittadini, in parte anche qui un tópos fantascientifico dall’orwelliano 1984 in poi (in Italia ripreso dalla guerra al terrorismo montata
negli studi della tv governativa nel Baol
di Benni).
I ragazzi protagonisti vivono in un eterno presente,
alienati dal passato, nondimeno con elementi che filtrano da quei prima, insinuando dolore.
Notevole la grafica e interessante il movimento
accompagnato al colore e alla delicata e malinconica colonna sonora di Kenji Kawai.
[Roberto Bertoni]