[East in Brussels (February 2011). Foto
Rb]
Flavio Cairoli, ARTE D’ORIENTE, ARTE
D’OCCIDENTE. Milano, Electa, 2012
Più che un quadro comparativo tra Oriente e Occidente, Cairoli propone un
dittico che si sviluppa per capitoli cronologici, dalla divisione tra Impero
romano d’Oriente e d’Occidente all’epoca contemporanea.
Vengono così messe in evidenza tanto le differenziazioni tra i due percorsi
di storia dell’arte quanto le somiglianze dovute a scoperte compatibili come
pure a influssi reciproci.
Tra i molti spunti e dipanamenti tematici di questo volume, si vedano tra
gli altri alcuni temi.
Le due vie dell’Oriente: quella iconoclasta islamica e quella ipericonica
dell’Estremo Oriente; il simbolismo di natura cinese e giapponese e il realismo
della figura umana con somiglianze, quest’ultimo, nella tradizione anche occidentale.
L’esplorazione dell’“anima” occidentale. La ritrattistica giapponese.
I percorsi si intrecciano maggiormente dall’Ottocento in poi, non solo
attraverso l’esotismo occidentale, ma anche tramite l’adozione di tecniche e
motivi occidentali in Oriente: “negli ultimi decenni dell’Ottocento, e tanto
più nei primi del Novecento, il rimpallo di idee tra Oriente e Occidente si fa
continuo, capillare, anche se spesso mascherato e quasi sempre segreto” (p.
150).
Fino all’epoca di globalità ibridata attuale caratterizzata da maggiore
consapevolezza e intenzionalità delle interconnessioni reciproche: “prima le
culture erano montagne. Hanno fatto di tutto per diventarlo. Poi, poco per
volta, le montagne si sono sciolte e stanno diventando un mare” (p. 128). La
cultura si sta muovendo, insomma, sempre più verso un’interculturalità
planetaria.
[Roberto Bertoni]