09/11/12

Lee Jae Han, 내 머리 속의 지우개, A MOMENT TO REMEMBER

[Passeggio serale nel centro di Seoul. Foto Rb]



Corea, 2004. Sceneggiatura: Lee Jae Han e Kim Yeong Ha. Musica di Kim Tae Won. Con Baek Jong Hak, Jung Woo Sung, Son Ye Jin


Riduzione cinematografica coreana di una serie televisiva giapponese del 2001, questo film ha in effetti le caratteristiche dello sceneggiato in formato ridotto sul piano tematico: un triangolo amoroso, il dramma della perdita della memoria e la disparità di condizione sociale dei due protagonisti. Nondimeno la versione cinematografica, pur restando versata alla commozione, si connota di penetrazione psicologica, dovuta in parte alla recitazione intimista e reticente dell’attore Jung Woo Sung nella parte di Chul Soo e all’espressività misurata e introversa dell’attrice Son Ye Jin nel ruolo di Su Jin, entrambi affermate personalità dell’universo televisivo e cinematografico sudcoreano, e in parte determinata dalla cinematografia e dalla musica, per la quale ultima si segnalano non solo la ricorrenza della Paloma, cantata in spagnolo, ma anche le note pensose di chitarra della colonna sonora di Kim Tae Won.

Letteralmente il titolo coreano significa “Cancellino nella mente”, da cui la traduzione inglese che vuol dire “Un momento da ricordare”, più adatta al linguaggio delle titolazioni occidentali.

La storia ha vari livelli. Quello principale è la graduale perdita di memoria da parte di Su Jin, che inizia con distrazione e si risolve in un caso di Alzheimer paradossale all’età di ventisette anni, finendo con la perdita della memoria, ma anche un finale di riconoscimento di familiari e amici riunitisi di proposito nel luogo del primo incontro tra lei e l’amato (ravvisamento momentaneo? Parziale? Davvero un miracolo come dicono le parole conclusive della protagonista?).

A questo motivo si accompagna l’esperienza amorosa dell’eroina, un'impiegata di buon livello, figlia di un costruttore edile, la quale, conclusasi un’esperienza negativa con un uomo sposato, si imbatte in un giovane manovale di cui si invaghisce perdutamente, al punto che, nonostante l’avversione iniziale della famiglia, poi modificata dalla buona impressione che fa il giovane, sfocia in un matrimonio felice fino al momento in cui la malattia lo rende complicato e doloroso dato che Su Jin confonde l’amante precedente e lo sposo attuale.

Come nei melodrammi che si rispettano, i due protagonisti appartengono a due diverse classi sociali, ma lui è in realtà decaduto per debiti contratti dalla madre e si riprende grazie alle cure affettuose e solerti di lei che, oltre a incoraggiarlo a sostenere l’esame da architetto, che supera con successo, lo riconcilia con la madre.

Sì, è vero, è di un sentimentalismo trasparente. Eppure ha un qualche nitore stilistico. E dopotutto a noi non spiace l’emotività e non ci disturbano i buoni sentimenti idealizzati in questo mondo attuale così sfinitamente cinico.


[Roberto Bertoni]