07/12/11

Paola Polito, LA TEMPESTA


[Snow at dawn after a storm. Foto Rb]


il viaggio iniziava lì
nella mattutina tempesta
mentre un’aria furiosa
affollava d’impulsi
la partenza.
esitavo tra le raffiche
in quella stazione onesta
come è di ogni transito
quando la pioggia copre
gli oggetti della memoria
e il vento ti spinge a folate
fuori del cerchio nativo.
freddo e aria da fine spettacolo,
quelli di sempre, ad ogni
stagione, ad ogni treno atteso.
lo stesso addio rauco chiuso in gola.
lo stesso bianco e nero
delle sale d’aspetto (corridoi d’ospedale,
cabine radiografiche): soste
in cui s’addensano ombre profonde.
esitavo dunque ancora appesa,
ancora appesa a un filo. poi
la nota vertigine del lasciarsi
strappare via dalla corsa, con dietro
il carico dell’infedeltà
che lascia ciò che più conta.
niente di trasportabile,
del resto: lo spirito dei luoghi,
le voci. parole taciute,
cose perse, passioni tralasciate,
decisioni rinviate. le altre,
oh quante,
strade non percorse.
l’idea del futuro impoverisce il presente.

nella tempesta già mi accingevo al viaggio.