27/09/11

Irène Némirovsky, L’AFFARE KURILOV


['The enemy could have been anyone, anywhere among that anonymous crowd' (Brussels, Gare Centrale, 2010). Foto Di Marzia Poerio]


Titolo originale L’AFFAIRE COURILOV, 1933. Traduzione dal francese di Marina Di Leo. Milano, Adelphi, 2009

Narrato in prima persona, questo racconto, mentre delinea una vita e un ambiente sociale, mette in rilievo, con il suo caso paradossale, il rapporto di simbiosi e differenziazione, coesistenti, tra il terrorista destinato a uccidere e la vittima designata.

Il primo è in questo caso il rivoluzionario Léon M., educato al compito che gli tocca in sorte, oltre che da zelo politico, dalla formazione familiare, in cui la strategia del combattimento contro la classe privilegiata gli viene in eredità dalla madre e da chi alla morte di lei l’ha educato ideologicamente. Il secondo è Kurilov, ministro della Pubblica Istruzione dello zar.

Il narratore si insinua nella vita del ministro, spacciandosi per medico, e ne osserva le mosse e le motivazioni, comprendendone sia la figura umana, che risulta esposta a debolezze come quelle dei comuni mortali, sia la carriera politica, che in realtà sta per giungere a un termine, minacciata dall’interno della sua stessa fazione.

Dopo una caduta in disgrazia, recuperata la credibilità, Kurilov viene infine assasinato dalla complice di Léon, il quale non ha ottenuto dai supoui superiori di non risparmiarlo, nondimeno si addossa la colpa dell’attentato, né l’avrebbe risparmiato Kurilov se l’occasione di nuocergli gli si fosse presentata.

Costruito in modo conciso; capace di immedesimazione nelle motivazioni di tutti i personaggi; privo di sentimentalismi e fornito di umanità.


[Roberto Bertoni]