07/09/11

AA. VV., SOCIOLOGY OF PERSONAL LIFE, a cura di Vanessa May

Contributi di Wendy Bottero, Ketherine Davies, Gemma Edwards, Anna Einarsdottir, Jennifer Mason, David Morgan, Carol Smart, Dale Southerton, Becky Tipper. Houndsmills (Basingstoke, Hampshire, UK), Palgrave MacMillan, 2011

Viene messa a fuoco in questo volume l’importanza del concetto e delle manifestazioni della vita personale nella società contemporanea.

Il panorama teorico è quello delle configurazioni sociali ed ideologiche come costrutti determinati dal periodo storico e dal contesto socioculturale, per cui i valori e i comportamenti si modificano e acquisiscono nuovi significati.

Obiettivo politico è il pensiero di pensatori come Bauman, Beck e Giddens in quanto pare agli autori di SOCIOLOGY OF PERSONAL LIFE che essi abbiano troppo insistito sull’individualizzazione nata dalle trasformazioni che si collegano alla tarda modernità e sulla detradizionalizzazione delle strutture familiari, della vita associata e dell’esistenza privata. Personalmente riteniamo che questi autori abbiano invece individuato con precisione e acume proprio uno dei fenomeni fondamentali del periodo in cui tuttora viviamo; e che la crisi della famiglia e delle solidarietà sia tradizionali che politiche di sinistra, vive in vari paesi dell’Occidente fino a pochi decenni fa, si sia veramente incrinato. Sarà invece vero che una visione esclusiva dei processi di individualizzazione porterebbe a non vedere l’importanza tuttora reale di strutture come la famiglia, il gruppo amicale, le istituzioni relazionali, sebbene essi si siano modificati, assunto cui non credo che i pensatori sopra citati obietterebbero. Quindi pare che la polemica sia piuttosto infondata, mentre al contrario i singoli contributi di questo volume sono in sé piuttosto interessanti e utili.

Il personale viene “costruito socialmente” ed è collegato al contesto in cui si attua (Morgan, p. 12); ha una validità anche politica, originandosi dal femminismo e comunicandosi in seguito alle ideologie di vario tipo (Edwards, 147-59). Anche le emozioni si possono definire come “costrutti socio-culturali anziché sentimenti innati” e svolgono un ruolo essenziale nella cultura in cui emergono (Smart, 35). La concezione della parentela si è modificata e probabilmente è oggi più soggetta alla scelta emotiva che al senso di dovere del legame precostituito del passato (Mason, p. 68). Anche la maniera di gestire le amicizie è cambiata, come appare tra l’altro dagli strumenti per comunicare con gli amici messi a disposizione da Internet (social networks), nondimeno si tratta di integrazioni e non di sostituzioni del fare e portare avanti le amicizie (Davies, 72-83).

Una serie di saggi, insomma, utili e di interesse non solo per gli specialisti.


[Roberto Bertoni]