07/08/11

Luigi Ferrajoli, POTERI SELVAGGI. LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA

Roma-Bari, Laterza, 2011

Si potrebbe adottare anche per l’Italia la definizione di “postdemocrazia”, data in generale per l’Occidente tardomoderno da Colin Crouch, ovvero una situazione in cui la democrazia partecipativa è svalutata.

Più precisamente, sebbene la democrazia resti in vigore, “la politica e i governi cedono progressivamente terreno alle élite privilegiate, come accadeva tipicamente prima dell’avvento della fase democratica; una conseguenza importante di questo processo è la perdita di attrattiva di argomenti a favore dell’egualitarismo” [1].

Nella postdemocrazia, “gli interessi di una minoranza potente sono divenuti ben più attivi della massa comune nel piegare il sistema politico ai loro scopi; […] le élite politiche hanno appreso a manipolare e guidare i bisogni della gente” [2].

Ponendosi in sintonia con queste posizioni, ma intervenendo sulla situazione italiana nello specifico, Luigi Ferrajoli nota che nel nostro paese si è verificata, tra la fine del ventesimo e il primo decennio del ventunesimo secolo, una “decostituzionalizzazione del sistema politico italiano” [p. VII] e della democrazia [3].

Tale svalutazione è dovuta a fenomeni quali la concentrazione del potere dell’informazione, la scarsa separazione tra potere giudiziario ed esecutivo, il tentativo di delegittimare alcuni aspetti del Parlamento e soprattutto l’identificazione demagogica tra la figura di un leader e le masse popolari, fondata in gran parte anche sulla diseducazione politica.

Tra le varie conseguenze, ne risulta una “passivizzazione politica della società” [p. 53], ovvero una “spoliticizzazione di massa” [p. 48] che disattiva il compito civile di partecipazione e informazione in un ambito comunicativo in cui prevalgono, soprattutto alla televisione, “la diffusione di notizie false, l’omissione o minimizzazione di notizie vere, l’esaltazione del capo, la diffamazione degli oppositori, l’ottundimento delle coscienze e delle intelligenze con spettacoli stupidi e volgari” [p. 49].

In parte, a parere di Ferrajoli, anche certi atteggiamenti della sinistra sono da prendere in considerazione in negativo, in particolare “una specifica forma di qualunquismo nell’elettorato di sinistra: quel particolare primato dell’interesse e della vanità personale che si manifesta nel rifiuto di votare per partiti che non riflettano completamente le proprio idee” [p. 52] e si accompagna a un astensionismo dovuto alla difficoltà di identificare posizioni politiche pienamente corrispondenti alla propria.

I rimedi proposti dall’autore sono la ricostituzione del metodo elettorale proporzionale, l’esclusione dei conflitti di interesse, la riabilitazione della democrazia partecipativa e del dibattito interno ai partiti, la riforma del sistema dell’informazione.


NOTE

[1] C. Crouch, POSTDEMOCRACY, Cambridge, Polity, 2004. Trad. it. POSTDEMOCRAZIA, Roma-Bari, Laterza, 2003, p. 9.

[2] Ibidem, p. 26.

[3] Ferrajoli insegna Filosofia del diritto e Teoria generale del diritto all’Università Roma Tre.


[Roberto Bertoni]