17/08/11

Chitra Banerjee Divakaruni, SISTER OF MY HEART

Prima edizione 1999. Londra, Black Swan, 2011

La storia è disposta a capitoli alterni in prima persona, narrata ora da una, ora dall’altra delle due protagoniste, Sudha e Anju, cresciute assieme in una famiglia di antiche tradizioni, in cui sono sopravvissute alla morte dei mariti tre donne che esercitano la funzione di madri collettivamente nei confronti delle due ragazze.

Siamo già in questo senso in una situazione di matriarcato; e il racconto incide a fondo le istituzioni tradizionali della società indiana. Non solo perché c’è una critica esplicita dell’istituto della vedovanza, che imporrebbe il ritiro dal mondo delle donne cui è capitata questa sorte, ma soprattutto perché le due giovani vivono con crescente senso di autonomia, e attraversando tragedie personali, il rapporto con le famiglie dei mariti: Sudha respingendo la richiesta della suocera di abortire la figlioletta di cui è incinta e costretta pertanto a divorziare; e Anju subendo un aborto spontaneo con difficoltà. Infine anche Sudha, su invito di Anju, emigrerà negli Stati Uniti, con una soluzione che, se lacera il rapporto con la madrepatria, sembra però per lo meno garantire un livello accettabile di indipendenza personale.

Alle spalle di quanto sopra c’è una difficile storia di famiglia. Il padre di Sudha aveva persuaso quello di Anju a seguire un individuo in una grotta piena di rubini, periti poi entrambi, almeno così sembra, ma nel corso della narrazione la vera biografia del sopravvissuto padre di Sudha si rivela con un’espiazione alla Dostojevskij, o come in una fiaba, o come in un intreccio bollywoodiano (che’ del moderno e della tradizione, con la migliore miscela letterariamente elevata, fa uso Divakaruni).

Frattanto, parecchi sono i riferimenti alla mitologia indiana, che rivive nei nomi e nelle azioni dei personaggi. Compare contemporaneamente spesso il nome di Virginia Woolf, forse per l’introspezione femminile dei personaggi. Il concetto di story, termine ripetuto varie volte, si dipana inoltre nei suoi molteplici significati ed è sempre elemento di sostegno e pietra di paragone con la vita reale.

Romanzo di scavo interiore, di emancipazione femminile, di raffinato gusto letterario.


[Roberto Bertoni]