23/06/11

Cosey, LE BOUDDHA D'AZUR

Marcinelle, Dupuis, 2011

Questo romanzo a fumetti disegnato con chiarezza e realismo senza cadere nel grossolano attraversa due generazioni tra il Tibet prima e dopo l'occupazione cinese; articolando una leggenda (quella del Buddha Azzurro e della Lhal, o fanciulla consacrata); delineando una storia d'amore e una scelta mondana rispetto a quella della vita religiosa, ma senza rinunciare ai principi del Buddhismo; infine evidenziando l'uso politico della religione da parte delle autorità.

L'elemento avventuroso non manca, anche se non invade le pagine, anzi è il collante dell'intreccio, in sintonia col genere fumetto cui il testo logicamente appartiene.

Si tratta di un'altra manifestazione di orientalismo in positivo, cioè con ammirazione per la cultura rappresentata, qui quella appunto tibetana in contatto tanto con quella occidentale (uno dei protagonisti è inglese), quanto con quella cinese (giudicata, in funzione al suo rapproto col territorio di occupazione, in negativo per l'invasione, ma non senza possibilità di rapporti umani che superino gli schemi ideologici e instuarino comunicazione, come nel caso della ragazzina cinese che si sostituisce alla Lhal e le consente la fuga).

Si legge con facilità, ma non è banale.

I colori delle vignette sono nitidi e i tratti gradevoli.

[Renato Persòli]