19/04/11

Hong San Su, 옥희의 영화 (Yokhuiuì Yonghwà) - OKI's MOVIE

Corea del Sud, 2010. Con Jung Yumi, Lee Sun-kyun, Moon Sung-keun

Hong San Su si sottrae anche in questo, come in film precedenti, alla patina commerciale e alle grandi narrazioni per proporre storie che, nella loro quotidianità e nel minimalismo, sono al contempo orientate in direzione metalinguistica. In questo caso il discorso sul cinema è presente tanto nel tessuto dell'intreccio quanto nella riflessione teorica.

La fabula è suddivisa in quattro episodi che, apparentemente staccati l'uno dall'altro, narrano la vicenda, fornendo infine una conclusione. Nelle prime tre parti, dall'angolazione di vari personaggi vengono viste le vicende sentimentali di Jingu, un regista non troppo affermato e dedito alla cinematografia sperimentale, in crisi col proprio matrimonio nella prima parte e poi, con due sezioni successive retrospettive, intento a vivere una relazione con Oki, la quale simultaneamente esce anche con Song, un regista cinquantenne che è il maestro di entrambi. Nell'ultima parte, la narrazione passa di mano a Oki, che rivela di stare girando un film sulla vicenda di cui sopra, che frattanto continua arrivando a una svolta in cui la ragazza, anche per casualità, oltre che per svolgersi naturale degli avvenimenti, rompe silenziosamente con Song, ma sappiamo dalla prima parte che Jingu a sua volta ha rotto con lei.

Le spezzature del tempo sono attuate in modo che la chiarezza dell'azione n0on risulta ostacolata. Il minimalismo investe non solo il numero limitato di personaggi, ma anche il carattere spoglio degli ambienti. la natura è presente e intensa, soprattutto nella veste invernale della neve in un parco di città.

La psicologia dei personaggi è ben delineata nelle contraddizioni che li agitano e con l'introversione che è propria di Song e di Oki, in contrasto con l'estroversione di Jungu. Questo per dire che il carattere sperimentale di questo film non ostacola la lettura e la comunicazione.

Riesce ad essere una pellicola intellettualmente stimolante e delicatamente contemporanea.

[Renato Persòli]